– 7 novembre 2021 –
«Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete»
INTRODUZIONE
G. – Celebriamo oggi la XXXII domenica del Tempo Ordinario. Donare tutto per aprirsi al Regno. Il Signore apprezza chi ama senza misura, non guarda alla quantità dei doni e non fa mancare il necessario a chi si priva per amore suo e dei fratelli. La prima lettura (1 Re) presenta la bontà di una vedova fenicia verso Elia: a lei è assicurato il nutrimento, nella siccità, perché ha creduto alla parola del profeta. La seconda lettura (Lettera agli Ebrei) svela che Gesù è il sacerdote eterno entrato nel cielo una volta sola per annullare i peccati dell’umanità e aprire la via della salvezza presso il Padre. Gesù, nel vangelo secondo Marco, mette in guardia contro gli ipocriti di ogni tempo, che vivono secondo una religiosità esterna. Loda, invece, la donna vedova e povera che getta nel tesoro del Tempio tutto quanto aveva per vivere. C’è nelle parole di Gesù una luminosa lezione di amore: imparare dai poveri, dagli umili, dai piccoli, che danno la vita come lui, secondo il «Vangelo di Dio». Per il contenimento della diffusione del contagio del Covid-19 ricordiamo che l’accesso in chiesa è consentito solo nei posti a sedere indicati e con la mascherina ben posizionata sul volto per tutta la durata della celebrazione.
PRESENTAZIONE DEI DONI
G. – Con il pane, il vino, il cesto della solidarietà presente in ogni negozio della Città offriamo a Dio la forza di donare con il cuore.
RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE
G. – Chi considera la realtà con gli occhiali dell’economia e della finanza sorride subito di fronte all’esiguità di quella donazione: cosa sono due centesimi? Pochissimo, quasi niente! Ci vogliono quintali di quelle monetine per comperare qualcosa… Ma tu, Gesù, hai un altro metro per valutare l’accaduto. Il rumore delle monete ambite, quelle pesanti, che valgono, non ti inganna, non ti attira. Perché tu guardi al cuore, a ciò che conta veramente. E allora, cogli quanto sia prezioso il dono di quella povera vedova, perché non ha offerto qualcosa, ma tutto, tutto quello che aveva per vivere. Il superfluo e l’essenziale: ecco il criterio giusto per valutare una situazione del genere. Il superfluo che non scalfisce gli agi, le sicurezze, il tenore di vita; l’essenziale che espone ad una giornata senza pane, ad una situazione di penuria, a sacrifici imprevisti. Grazie, Gesù, di averci aperto gli occhi, di averci sottratti a visioni superficiali. Grazie perché ci fai apprezzare quanto sia sempre importante il contributo dei poveri.