– 25 Aprile 2021 –
«Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore»
INTRODUZIONE
G. – Celebriamo oggi la IV domenica di Pasqua. Pasqua, il pastore che si dona. Le letture di questa quarta domenica di Pasqua celebrano unanimemente il Signore risorto come colui che solo può donarci la salvezza poiché per primo si è donato per il suo gregge. «In nessun altro c’è salvezza», ci dice Pietro nella prima lettura dal libro degli Atti: colui che doveva essere scartato, Dio lo ha risuscitato con la potenza dello Spirito e lo ha rivelato come l’autentica «pietra d’angolo». In lui, il Risorto, noi conosciamo il nostro compimento, ci dice Giovanni nella seconda lettura. Egli ci rende figli di Dio e ci apre la strada verso la sua ultima manifestazione nella gloria. La salvezza che viene da Dio è gratuita, non è imposta o frutto di costrizione. Il disegno d’amore di Dio, ci dice il vangelo, si compie perché Gesù Cristo, vero pastore, dona liberamente la propria vita per noi, noi ascoltiamo la sua «voce» che ci guida e diventiamo così un unico gregge. Per il contenimento della diffusione del contagio del Covid-19 ricordiamo che l’accesso in chiesa è consentito solo nei posti a sedere indicati e con la mascherina ben posizionata sul volto per tutta la durata della celebrazione.
PRESENTAZIONE DEI DONI
G. – Con il pane, il vino, il cesto della solidarietà presente in ogni negozio della Città offriamo al Signore la vera presenza del Risorto che porta a vincere ogni ingiustizia e povertà.
RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE
G. – C’è un rapporto profondo e intimo che ci unisce a te, Signore Gesù, perché tu ci conosci fin nelle pieghe segrete della nostra anima. Tu vedi l’entusiasmo e la fragilità, lo slancio generoso e la debolezza, il desiderio di amarti e l’incostanza, che diventa pigrizia e infedeltà. E tuttavia il tuo sguardo, Signore Gesù, non ci mette a disagio, non ci umilia, non genera vergogna o paura, perché è colmo di benevolenza ed è guidato dalla compassione. Così possiamo stare davanti a te, nella nostra nudità, allo scoperto, con le nostre ferite e la nostra sporcizia, perché sappiamo che tu ci vuoi bene. Per noi hai offerto la tua vita, per noi hai versato il tuo sangue. Ai tuoi occhi, dunque, nonostante tutto, noi risultiamo preziosi, sempre. Certo, siamo indegni del tuo amore, non abbiamo meriti da accampare, titoli o medaglie da esibire, eppure tu continui a prenderti cura di noi. E noi proviamo la gioia di poter contare sempre su di te anche quando ce ne siamo andati, anche quando abbiamo deciso di fare di testa nostra, ignorando i tuoi avvertimenti: nel tuo cuore c’è sempre posto per noi.