«Va’ dietro a me, Satana!»
INTRODUZIONE
G. – Il discepolo, un sacrificio vivente gradito a Dio. Celebriamooggi la XXII domenica del tempo ordinario. Il profeta Geremia, nella prima lettura, sperimenta l’emarginazione da parte dei suoi connazionali e – cosa ancora più grave – «il silenzio di Dio». In questa situazione, si interroga sulla sua vocazione e si lamenta con Dio. Il profeta desidererebbe un po’ di comprensione, vorrebbe che almeno Dio fosse dalla sua parte, ma alle volte anche Dio sembra assente. Tuttavia, i suoi propositi di abbandonare la missione ricevuta sono solo il segno di un momentaneo smarrimento: Dio l’ha sedotto, ha fatto irruzione nel più profondo del suo essere al punto che la sua Parola è divenuta in lui come fuoco divorante: non può non proclamarla. Il credente – scrive Paolo ai Romani nella seconda lettura – è colui che, rinunciando a sé stesso, si offre interamente a Dio in tutte le sue attività. Vivere da cristiani vuol dire cercare di conoscere la volontà di Dio e fare solo ciò che a lui piace. La sofferenza e la croce nella vita del cristiano hanno la loro ragion d’essere, ci dice il vangelo, nella partecipazione al mistero pasquale di Cristo. Il cristiano è tale proprio in forza di questa partecipazione che deriva dall’aver accettato Cristo nella propria vita. Seguire Cristo significa seguire il suo stesso cammino, essere disposti a seguirlo nel suo destino di morte e risurrezione. In osservanza alla normativa per il contenimento del Covid – 19 si rammenta che durante tutta la celebrazione va indossata la mascherina ben posizionata sul viso e mantenuta la distanza fisica occupando solo i posti contrassegnati. Cerchiamo di rispettare le indicazioni per la nostra e l’altrui salute.
PRESENTAZIONE DEI DONI
G. – Con il pane, il vino, il cesto della solidarietà e le offerte che raccogliamo in tutti i locali della città offriamo al Signore l’amore che vince l’indifferenza e l’egoismo.
RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE
G. – Ti ha riconosciuto come l’Inviato di Dio, ma quale Messia si attende Pietro? Probabilmente coltiva sogni di gloria: tu, Gesù, che sbaragli i tuoi avversari e mostri la potenza di Dio in azione, tu che raggiungi i posti di comando e fai condividere ai tuoi il successo meritato… Ma queste sono semplicemente le sue attese, le attese di tanta gente del suo tempo, e non hanno niente a che fare con il progetto d’amore di Dio. Il Padre intende percorrere altre strade per cambiare la faccia della terra, per offrire salvezza e liberazione. Così tu non sarai il Padrone, ma il Servo disposto a dare la vita, non sarai il Forte che si impone ma il Mite e il Misericordioso, che accetta di essere alla mercé di chi vuole toglierlo di mezzo. Non apparirai come il vincitore, ma come il perdente, lo sconfitto. E, paradossalmente, proprio quando sembrerà che ti abbiano fermato per sempre, inchiodandoti al legno della croce, si rivelerà la tua gloria, cioè il tuo amore. Ma questa logica non è affatto quella del mondo, che Pietro coltiva nel profondo del cuore e per questo ha l’ardire di farsi tuo consigliere, di tracciarti il sentiero che tu dovresti percorrere… Per questo, Gesù, tu lo rimetti al suo posto: non davanti a te, ma dietro di te.