Commento alla V Domenica di Quaresima – Anno A

Il Blog di donC: V domenica di Quaresima, di Lazzaro 7 aprile 2019
– 29 Marzo 2020 –

 «Gesù gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!»

 

INTRODUZIONE

G. – Celebriamo oggi la V domenica di Quaresima. Riconoscerete che io sono il Signore. Riconoscere che Dio è il Signore sulla nostra vita non è facile, specialmente vivendo in un contesto secondo il quale signori sono tante altre realtà mondane. Oggi la signoria di Dio e soprattutto la speranza che egli sia il principio vitale che ci sottrae alla morte, ad ogni morte, sono trascurate, messe in discussione e spesso esplicitamente rifiutate. Per questo il cristiano, che crede nella risurrezione dai morti, non ha vita facile. Come essere credibili? La vita cristiana non è un’esperienza di tristezza, di lamentela continua, di mortificazione. Il vangelo di oggi dice: chi crede in me crede nella vita, è capace di gioia, diffonde certezza e speranza (che non coincidono con le sicurezze promesse illusoriamente dal mondo). Possiamo vivere da cristiani con gioia? Il ritorno in vita di Lazzaro narrato dal vangelo ha due livelli: il livello della rianimazione dell’amico che era morto (e che tornerà a morire) diventa “segno” che rimanda ad un livello più profondo, cioè alla promessa di vita che non muore, poiché vita di Dio, che Gesù vuol dare, già qui e ora, a tutti coloro che credono in lui. In osservanza alle disposizioni Governative e dei Vescovi italiani per il contenimento del COVID-19 (Coronavirus) la celebrazione di questa messa viene fatta in assenza di popolo e trasmessa in diretta tramite i social. Si chiede a quanti vi prenderanno parte di predisporsi spiritualmente creando il giusto clima di preghiera e di comunione spirituale.

PRESENTAZIONE DEI DONI

G. – Con il pane, il vino, il cesto della solidarietà e le offerte che raccogliamo nei cestini offriamo al Signore i frutti di tutta la quaresima.

RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE

G. – La vita che abbiamo ricevuto dai nostri genitori e porta con sé il loro contrassegno, il loro marchio di origine, è irrimediabilmente legata al limite, alla fragilità, ad un termine. Il nostro corpo è destinato, dunque, a crescere, a svilupparsi, ma anche ad invecchiare, a morire. La vita che viene da te, Gesù, può sconfiggere la morte e attraversarla, senza esserne intaccata, per raggiungere la pienezza dell’eternità. È la stessa vita di Dio che si espande dentro di noi fino a trasformarci e a condurci verso un compimento sorprendente. Questa vita non è un diritto, ma un dono offerto a tutti quelli che credono in te, che ti affidano l’esistenza terrena, sapendo di essere in buone mani, certi di non sbagliarsi mettendo i loro passi sui tuoi per conoscere, oltre la morte, la risurrezione. Sì, solo tu puoi strapparci alla morte e donarci un approdo che ci ricompensa di ogni sacrificio, di ogni fatica, affrontati per restarti fedeli. Tu sei la risurrezione e la vita e quindi apri i nostri sepolcri, fai rotolare via tutte le pietre che ci tengono imprigionati e ci fai partecipare ad un’esistenza nuova. Deposti come un seme nella terra, diventiamo una spiga dai molti chicchi.