– domenica 19 gennaio 2020 –
«Ho contemplato lo Spirito discendere come una colomba dal cielo e rimanere su di lui»
Introduzione
G. – Celebriamo oggi la seconda Domenica del tempo ordinario. Dopo le feste natalizie riprende questo particolare tempo che ci porterà alla quaresima. La ferialità è la condizione della nostra vita. Non perché il Signore smette di compiere «grandi cose», ma perché ci aiuta e ci insegna, attraverso l’ascolto della Parola e la celebrazione eucaristica, ad accoglierle e a riconoscerle nella vita di tutti i giorni. Il profeta Isaia annuncia una figura che da sempre è nel cuore di Dio. Da sempre Dio ha plasmato il suo servo e lo ha pensato proprio per la duplice missione di raccogliere il suo popolo e, grazie alla sua luce, tutti i popoli. Essere “segno” è la vocazione del servo che viene mandato. Il vangelo fa eco alla profezia presentando il Figlio di Dio, Gesù di Nazareth, come l’Agnello di Dio, colui che porta il peccato del mondo. Colui che è venuto nel mondo per salvare, non per giudicare e che porta con sé il dono dello Spirito. Come sempre ricordiamo l’importanza di spegnere i cellulari, di utilizzare i libretti per i canti e la preghiera senza parlare di altro. Infine, per motivi di sicurezza, ricordiamo anche di non fermarsi all’ingresso della chiesa, di lasciare libere tutte le vie di entrata e di fuga e di occupare tutti i posti disponibili partendo da vicino l’altare sino all’ultimo posto.
Offertorio
G. – Con il pane, il vino, il cesto della solidarietà e le offerte che portiamo all’altare offriamo al Signore la capacità di vedere, scegliere e portare l’amore in ogni luogo.
Ringraziamento alla Santa Comunione
G. – Giovanni il Battista ha ricevuto una missione e intende onorarla fino in fondo. È colui che deve aprire la strada a te, Gesù, destare i cuori all’attesa del Messia, invitare alla conversione per ricevere degnamente l’Inviato di Dio. Per questo si consacra interamente all’annuncio della tua venuta, senza pensare troppo al cibo o al vestito. È il profeta che deve mettere in guardia dal rischio di rifiutare Dio che visita il suo popolo
e quindi di tagliarsi fuori dalla salvezza che egli offre. La sua voce si alza coraggiosamente per smascherare il peccato e far nascere comportamenti nuovi improntati all’equità, alla giustizia, alla condivisione. Ma è anche il testimone, colui che prende la parola per trasmettere quanto ha visto – lo Spirito di Dio che discende e rimane su di te – e quindi per dichiarare che le promesse si sono compiute. Da testimone autentico il Battista non vuole occupare la scena a tutti i costi o rimanere sotto i riflettori. Anzi, dichiara immediatamente la sproporzione che esiste fra te e lui e accetta con gioia di farsi da parte perché la sua missione è conclusa.