– 1 settembre 2019 –
«Quando sei invitato a nozze da qualcuno,non metterti al primo posto…»
INTRODUZIONE
G. – Celebriamo oggi la XXII domenica del tempo ordinario. Le letture odierne trasmettono un prezioso insegnamento sull’umiltà, atteggiamento che, almeno agli occhi del mondo, non gode di grandissima stima. L’umile, infatti, secondo i criteri della mondanità, spesso è ritenuto un perdente e, in quanto tale, viene relegato ai margini della società. Non così per la Bibbia. Ad una lettura attenta del testo sacro, in una maniera tutta paradossale, Dio si rivela come l’umile per eccellenza, dal momento che costantemente si abbassa per dialogare con l’umanità peccatrice. Come sempre ricordiamo a tutti di spegnere i cellulari e di partecipare alla preghiera con i canti, i testi preposti e senza parlare di altro.
PRESENTAZIONE DEI DONI
G. – Con il pane, il vino, il cesto della generosità e le offerte che raccogliamo nei cestini offriamo al Signore la luce che vince la disperazione.
RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE
G. – Le pratiche sociali ci inducono a fare un regalo agli amici quando cade il loro compleanno. Sappiamo bene che faranno lo stesso quando arriverà la nostra festa. Così invitiamo a pranzo o a cena persone che a loro volta ci apriranno la loro casa. Anche quando aiutiamo qualcuno, offrendogli parte del nostro tempo, siamo certi che farà la stessa cosa per noi, quando ci troveremo in un’emergenza. Tu sai bene, Gesù, che non c’è gran merito a compiere queste scelte: in fin dei conti ci viene reso quello che noi abbiamo dato! Quello che tu ci fai intravvedere in effetti è ben altro: aiutare poveri che non possono ricambiare, far sedere alla nostra tavola persone che non hanno la possibilità di fare lo stesso con noi, prestare a gente che non riuscirà senz’altro a restituire, fare un piacere senza pensare a come l’altro si sdebiterà, dare una mano, paghi solamente di aver aiutato qualcuno a venirne fuori. Ecco, tu ci chiedi di comportarci proprio come il Padre tuo, ci indichi un amore smisurato, offerto senza secondi fini, solamente con l’intento di soccorrere chi da solo proprio non ce la fa.