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“La felicità è una merce favolosa: più se ne dà e più se ne ha”.
Carissima Comunità,
il tempo della quaresima iniziato il mercoledì delle ceneri ci ha condotto pian piano a questo mese straordinario dove, come cristiani, potremo ancora una volta fare l’esperienza del Signore Risorto. Se siamo partiti dal punto giusto e abbiamo seguito il percorso concreto dell’umanità personale e collettiva allora potremo realmente arrivare alla meta della conversione: Dio quale fine, senso e compimento della vita e del creato. Arrivato a questo punto sono pronto ad accogliere e rendere visibili le prime parole di Gesù secondo il Vangelo di Marco: “il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo”(Mc 1,15). Carissimi, senza paura seppur coscienti delle fragilità che portiamo, aderiamo con generosità alla Parola che si è fatta carne, al suo disegno di amore, al suo progetto di salvezza. La conversione a Dio in Gesù ci fa riconoscere il primato che Egli ha nella nostra vita rispetto ad ogni cosa, anche rispetto al nostro fare e impegno pastorale, al ruolo della quotidianità: non faremo la fine di Marta che per servire o meglio per fare si è dimenticata proprio del Signore! La conversione al Signore ci rimette in piedi spiritualmente, ci rialza dalle cadute, ci purifica dalla tiepidezza e insipidità, ci mette al riparo da ogni scoraggiamento e forse anche dalle nostre abitudini: abituarsi o essere indifferenti alle cose di Dio è un pericolo, si rischia di perdere il sapore di Dio. L’abitudine ci fa credere padroni delle cose sacre, sentirci arrivati e al sicuro, addirittura può darci la convinzione di avere Dio in tasca: finiamo di imporre a Lui la nostra volontà piuttosto che sforzarci di cercare che cosa Egli vuole da noi, esserne indifferenti poi ancora peggio si correrebbe il rischio di vanificare tutto il suo operato, tutto il suo amore tutto il suo sacrificio. Perciò convertirsi a Dio significa aprirsi alle sue sorprese e alle sue continue novità: di sicuro Dio ha molto da chiederci, ma molto di più da offrirci. Raggiunta la meta che è Lui ci sentiremo in pace e costruttori di pace, perché anche se il peccato ci appesantisce il cuore, abbiamo sperimentato che “Dio è più grande del nostro cuore” (1 Gv 3,20).Carissimi, prendiamo sul serio l’annuncio e l’invito che Gesù ci rivolge: “il tempo è compiuto il Regno di Dio è vicino, convertitevi e credete nel Vangelo”(Mc 1,15), viviamo il tempo di quaresima e poi di pasqua, che si apre davanti a noi, per un costante e rinnovato ascolto della Parola e per aprire con Dio un dialogo fatto di ricerca, preghiera, ascolto, deserto, esodo e soprattutto di gesti e parole di carità. Se compiremo il percorso della conversione scopriremo che Lui viene ad ABITARE in noi e darà senso ai crocevia della storia personale e comunitaria (Gv 14, 23). Carissimi molte cose sono state realizzate e molte altre si aprono innanzi a noi. La nostra Comunità parrocchiale cresce nello spirito e nella carne, opera non per fare ma per realizzare il progetto che Dio ha su ciascuno di noi. Ringrazio di cuore tutti coloro che condividono con me la responsabilità del servizio a questa terra e di vero cuore invito tutti a sentirsi protagonisti per essere e no apparire, per costruire e non distruggere, per credere e non accontentarsi. Auguri e Santa Pasqua, don Francesco.