Commento alla XXX Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

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–  28 ottobre 2018 –

 «Bartimeo, che era cieco, sentendo passare Gesù, cominciò a gridare… »

 

 INTRODUZIONE

G. – Celebriamo oggi la XXX Domenica del Tempo Ordinario. In quanto credenti siamo sempre come il cieco del quale narra il vangelo di questa domenica, possiamo gridare «Gesù, abbi pietà di noi» e “Che io riabbia la vista!” Anche per noi, infatti, il credere non è un atto scontato, ma è piuttosto un cammino impegnativo che richiede sempre orientamento e scelte, ha bisogno di luce e di sostegno. Anche per noi è sempre necessario che Gesù “passi di là”, ossia si manifesti nella nostra quotidianità, così che lo si possa incontrare: una manifestazione che rimane misteriosa ed esige la nostra attenzione e apertura di cuore e mente. Come sempre ricordiamo a tutti di spegnere i cellulari e di partecipare alla preghiera con i canti, i testi preposti e senza parlare di altro.

 

PRESENTAZIONE DEI DONI

G. – Con il pane, il vino, il cesto della generosità e le offerte che raccogliamo nei cestini offriamo al Signore la ricchezza dei cuori.

 

RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE

G. – Amo questo racconto, Gesù, perché in fondo non si tratta solo della storia di Bartimeo, il cieco di Gerico, ma è il percorso di ognuno che viene alla fede e decide di seguirti. Sei sempre tu a compiere il primo passo, sei tu che ci vieni incontro, ci raggiungi lì dove ci troviamo: lungo la strada della vita, poveri che sono consci della loro precarietà, disposti a tendere la mano per domandare soccorso. La nostra attesa spesso diventa un’invocazione accorata, addirittura un grido che disturba quelli che ci stanno accanto. Tu intendi la nostra voce, tu hai compassione della nostra cecità e ci chiami, ci domandi di venire a te. Ma per farlo dobbiamo liberarci di tutto quello che in qualche modo ci trattiene, ci imprigiona, un impaccio di cui disfarsi per poter arrivare a te. Tu non ci sottoponi ad un miracolo forzato ma ti metti in ascolto dei nostri desideri, delle nostre pene più profonde ed è solo allora che intervieni per cambiarci la vita, per aprire i nostri occhi malati perché vediamo finalmente te e la via per la quale seguirti.