Commento alla Festa della S. Famiglia di Nazaret – Anno B

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– 30 Dicembre 2017 –

 «Maria e Giuseppe portarono Gesù a Gerusalemme per presentarlo al Signore.»

 

INTRODUZIONE

G. – Celebriamo oggi la festa della S. Famiglia di Nazaret. La famiglia appare nella Scrittura come il luogo della benedizione di Dio: pace e concordia, solidarietà e reciprocità d’aiuto, apertura al futuro attraverso la generazione dei figli ne sono le caratteristiche che la rendono immagine della relazione di alleanza di Dio con il suo popolo. Oggi la crisi della famiglia crea difficoltà a percepire questo messaggio. E tuttavia la comunità cristiana non può rinunciare a comprendersi come “fami- glia di Dio” e a modellare anche le relazioni intrafamiliari sui valori che vengono proposti dalla parola di Dio e dall’esempio che viene dalla famiglia di Nazaret. Anche noi Comunità di S. Maria del Rovo in questa celebrazione vogliamo impegnarci a pregare ancora di più per tutte le famiglie della nostra parrocchia. Intendiamo pregare per tutti gli sposi che quest’anno ricordano il proprio anniversario di matrimonio e di fidanzamento e in più ci impegniamo a pregare anche per i fidanzati che durante questo 2018 contrarranno matrimonio. Come sempre ricordiamo a tutti di spegnere i cellulari, di non fermarsi all’ingresso della chiesa ma di occupare tutti i posti disponibili, di non masticare gomme e di partecipare alla preghiera con i canti, i testi preposti e senza parlare di altro.

PRESENTAZIONE DEI DONI

G. – Con il pane, il vino, il dono della solidarietà e le offerte che raccogliamo nei cestini offriamo al Signore la forza dell’amore che rompe ogni indifferenza e paura.

RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE

G. – È per adempiere alla legge del Signore che Maria e Giuseppe ti portano al Tempio. Il gesto di offrire un sacrificio vuole manifestare, Gesù, la certezza che tu, come del resto ogni figlio, non sei una proprietà dei genitori, ma un dono che Dio ha loro affidato. In questo contesto di gratitudine e di fiducia avviene l’incontro con Simeone ed Anna, due anziani, che incarnano l’attesa di Israele, la speranza nutrita quotidianamente dagli annunci dei profeti. Quello che viene detto di te non può essere il frutto dell’intuizione umana. È lo Spirito a suggerire espressioni che rivelano la tua identità, Gesù, la tua missione. Sì, tu sei veramente la salvezza attesa, la luce che rivela l’amore di Dio, destinato a tutti i popoli, ma anche la gloria di Israele, il primo destinatario dell’alleanza. Simeone, tuttavia, non può fare a meno di riconoscere una realtà che sconcerta. Nessuno potrà sottrarsi ad una scelta: accettare o rifiutare il tuo dono, accogliere o respingere la tua offerta. Così ognuno, per sua volontà, potrà entrare o sottrarsi allo splendido disegno di Dio.