Commento alla XXXI Domenica del Tempo Ordinario – Anno A

Risultati immagini per vangelo xxxi domenica anno a

– 5 novembre 2017 –

 «Osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere…»

 

INTRODUZIONE

G. – Celebriamo oggi la XXXI domenica del Tempo Ordinario. L’invocazione al Signore affinché sia presente nella nostra vita e non ci abbandoni a noi stessi nasce dalla consapevolezza della nostra fragilità e dalla continua tentazione, a cui andiamo soggetti, di contare di più sull’apparenza che sulla sostanza. Sperimentiamo ogni giorno il fascino dell’apparire, dell’immagine , e questo costituisce un rischio continuo di improntare la nostra vita alla “ipocrisia”, ovvero di fondarla sulla inautenticità, più che sulla coerenza di una testimonianza credibile. Gesù ci interpella oggi sulla veracità del nostro dirci cristiani: non può essere solo una questione di forme, ma deve toccare la sostanza e lo stile del nostro vivere. Come sempre ricordiamo a tutti di spegnere i cellulari, di non fermarsi all’ingresso della chiesa ma di occupare tutti i posti disponibili, di non masticare gomme e di partecipare alla preghiera con i canti, i testi preposti senza parlare di altro.

PRESENTAZIONE DEI DONI

G. – Con il pane, il vino, la cesta della solidarietà e le offerte che raccogliamo nei cestini offriamo al Signore la coerenza di una fede che è aiuto e lode.

RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE

G. – Tu ci metti in guardia, Gesù, dalla vanità che dilaga in campo religioso: dai segni di distinzione, dagli abiti solenni e costosi, da tutto ciò che conduce ad esibirsi per essere considerati e stimati. Tu vuoi che non approfittiamo degli studi compiuti, del ruolo che rivestiamo, delle competenze acquisite per usurpare un posto che spetta solo a Dio, l’unico Padre di tutti, e a te, il solo, autentico Maestro. In effetti non è scomparsa la tentazione di esercitare un potere spirituale con l’ambizione di guidare le coscienze, di esercitare un’autorità sulle persone, sulla loro anima e sulle loro scelte, dimenticandosi che solo tu, Gesù, puoi parlare al cuore di ognuno con una voce inconfondibile, tu che hai versato il tuo sangue per noi e che sei il vero pastore che ci può guidare. Per questo non dobbiamo salire in cattedra pretendendo di aver qualcosa da insegnare, ma piuttosto diventare discepoli, seduti al loro banco per apprendere. E non dobbiamo nemmeno cercare un posto sotto i riflettori, uno scranno prestigioso che ci impone agli occhi di tutti. Tu ci vuoi piuttosto dei servi, disponibili e pronti verso tutti.