Lettera agli Operatori Pastorali anno 2015 – 2016

SL_04_13_misericordiae-vultus_20150415102305241505Cava de’ Tirreni, 8 settembre 2015
Festa della Natività della Vergine Maria.

 Carissimi Operatori Pastorali,

la missione della Chiesa è di annunciare la buona notizia al mondo intero, secondo il mandato di Gesù: “Andate… Come il Padre ha mandato me io mando voi” (Gv 20,21). Questa è la missione della Chiesa, per questo essa è costituita: “Tutto il popolo di Dio un popolo in cammino verso Dio, annuncia il Vangelo…” (EG 111). Per “annunciare” è necessario aver prima ascoltato la Parola del Signore: di questo ascolto ogni comunità ne fa esperienza nella Celebrazione domenicale dell’Eucarestia, negli incontri sulla Parola e in ogni altra occasione dove ci si riunisce mentre il Maestro ci parla.

La nostra Comunità parrocchiale è un raggio della Chiesa Madre in cui tutti operiamo per essere annunciatori e lavoratori credibili del Regno di Dio. Avvertendo la responsabilità di ESSERE parte concreta della Chiesa non possiamo correre il rischio di vivere in maniera disincarnata la nostra Vocazione a collaborare nell’umiltà.

Lo scorso anno scrivevo sottoponendo a voi tutti la sfida del discepolato partendo dal concetto della Carità: Ri-Cominciando a credere. Mi piacerebbe sapere quale percorso avete fatto e come avete cercato di far crescere il dono dello Spirito essendo Chiesa in cammino. Sapete, come in medicina c’è uno stretto legame tra la sordità e il mutismo, così anche nella Comunità cristiana c’è uno stretto legame tra l’ascolto della Parola di Dio e l’evangelizzazione. Per questo motivo confermo l’invito a ogni gruppo e operatore pastorale a mettersi e stare con decisione in ‘ascolto del Vangelo’ per sperimentare la forza liberatrice della Parola del Signore non essendo seminatori di zizzania o apatie spirituali.

Guai a noi se diventassimo apatici nella meraviglia di Dio che ci parla, incoerenti per ciò che diciamo e facciamo, ipocriti all’azione dello Spirito, piazzisti nel lavoro pastorale. L’episodio evangelico (Mc 7, 31-37) ci dà certezza che l’ascolto è possibile perché il Risorto pronuncia sulla Chiesa l’«Effatà»: è lui che le apre il cuore alla fede nella Parola pertanto se anche noi sapremo cogliere la forza liberatrice dell’essere aperti dai nostri sepolcri tutto sarà unicamente Chàris, cioè Grazia.
Attenzione, non basta saper ascoltare bisogna avere anche consapevolezza che a volte, per il peccato che è in noi, siamo come sordomuti. Nel vangelo il sordomuto è accompagnato da Gesù da qualcuno che conosce la potenza della Sua Parola e lo prega di guarirlo. Ricordiamoci che abbiamo sempre qualcuno che ci accompagna da Gesù, non dimentichiamolo mai che la Chiesa e i Ministri ci conducono sempre a Gesù. Bello anche l’atteggiamento del Maestro “Lo prese in disparte, lontano dalla folla…” (v.33). Egli ci prende in disparte per non confonderci nel contemplare la sua meraviglia.

Mi piace tantissimo questo dettaglio: Gesù lo trascina lontano dalla folla, dalla confusione, dai curiosi. Egli cerca un incontro personale vero, non una dimostrazione in piazza. Garantisco, è così! L’ho sperimentato molte volte sulla mia pelle: per incontrare il Signore Gesù bisogna avere il coraggio di sottrarsi alla folla, di ritagliare uno spazio per lasciarsi incontrare e farsi raggiungere. Non parlo di fughe in monastero o finti misticismi! Basta un angolo della casa oppure, se possibile dai mille impegni, il vivere la Parrocchia anche settimanalmente per pochi ma intensi e veri momenti. “Effatà”, dice Gesù. Il Signore lo sa che le nostre orecchie devono essere aperte per ascoltare la Parola e la nostra lingua deve essere sciolta dal nodo che impedisce l’annuncio di salvezza. Il maestro Gesù deve fare i conti con tutte le nostre durezze e le nostre chiusure. Lasciamolo operare senza paure e poi vedremo quanto amore riusciremo a cogliere e condividere.
Nell’ultimo Consiglio Pastorale del 30 giugno consegnai ai vari referenti sia le date delle Giornate Eucaristiche 28 settembre 1 ottobre 2015 sia la data e il tema del Ritiro degli Operatori Pastorali 26 settembre 2015: Non vi sia discordia tra voi…. Perché siamo fratelli (Gen 13,8). Tengo profondamente a questi due momenti e vi chiedo, come sempre, di non mancare assolutamente.

Infine in questo anno pastorale che ci apprestiamo a vivere saremo chiamati a riflettere sulla Misericordia del volto di Dio Padre in Gesù il Salvatore. Il Santo Padre ha indetto, dal 7 dicembre 2015 al 20 novembre 2016, anche il Giubileo straordinario della Misericordia.

Se traduciamo la parola Misericordia dall’ebraico khesed questa indica l’alleanza tra due parti di cui una è più forte e l’altra più bisognosa, dal greco, invece, eleos indica il sentimento di intima commozione, la compassione, la pietà, il contrario dell’invidia per la fortuna del prossimo.

Siano questi gli atteggiamenti che in questo nuovo anno ci vedrà tutti impegnati a stringere Alleanza con Dio per essere più forti nelle nostre debolezze e con gli Altri per aiutare come siamo aiutati compatendo e sanando come insegna Gesù.

Come sempre ci affidiamo al sentimento di Maria nostra patrona e mamma che dal suo altare ogni istante prega e intercede per ciascuno di noi e a S. Martino compatrono che risorgendo dal suo abbandono ci invita a scommettere sempre nelle opere di Dio.

                                                                                                        A presto rivederci, vostri

don Francesco, parroco.
e
don Luigi, diacono.

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