Commento al Sabato Santo Solenne Veglia Pasquale – Anno C

cq5dam.thumbnail.cropped.750.422

Sabato 19 Aprile 2025
«Di questa notte è stato scritto: la notte splenderà come il giorno»

INTRODUZIONE

G. – Per antichissima tradizione questa notte è “in onore del Signore” e la veglia che in essa si celebra, commemorando la notte santa in cui Cristo è risorto, è considerata come “madre di tutte le sante veglie”. In questa notte, infatti, la chiesa rimane in attesa della risurrezione del Signore e la celebra con i sacramenti dell’iniziazione cristiana. Da sempre la celebrazione della Pasqua si svolge di notte. Agli inizi era una semplice riunione di preghiera che si concludeva con la frazione del pane e l’agápē fraterna, preceduta da un digiuno di uno o più giorni. La Veglia pasquale si sviluppa in seguito integrando il rito del battesimo, l’ufficio del lucernario, il fuoco nuovo e la processione della luce. Solo progressivamente questa Veglia si è arricchita di senso. In origine la celebrazione nella notte si imponeva perché i cristiani non erano liberi di consacrare del tempo per riunirsi durante la giornata. Se oggi basta un gesto meccanico per avere tutta la luce che si desidera, un tempo l’accensione delle lampade la sera era un rito: lo si seguiva con attenzione e con gioia, soprattutto quando, per un banchetto o una festa, si accendevano molte lampade. I cristiani vedevano in questa luce, che vince le tenebre, un simbolo di Cristo: «Luce gioiosa della gloria eterna del Padre, santo e benedetto Gesù Cristo!». Questo rito, naturalmente, ha assunto una maggiore solennità nel quadro della grande notte, illuminata dal Cristo risorto. Lo esplicita con forza l’annuncio della risurrezione, l’Exsultet. Partecipiamo con tanto ardore e viviamo ogni gesto, canto, parola e segno perché realmente in noi si riversi la grazia del Cristo risorto. Si raccomanda di non accendere la candela ricevuta con l’accendino ma di attendere il ministro che la porti dal cero benedetto. Si raccomanda anche di non far colare la cera sui banchi o atterra, di spegnere i cellulari, di mantenere il silenzio e di partecipare alla celebrazione con fede e ardore.

PREPARAZIONE E ACCENSIONE DEL CERO PASQUALE

G.– Raccogliamoci attorno al fuoco e disponiamoci a iniziare questa Veglia. Ora don Francesco aiutato dai ministranti benedice il nuovo fuoco e poi, con le parole della liturgia, prepara il nuovo cero pasquale che brillerà nella nostra chiesa in onore del Signore in ogni momento di grazia. Mettiamo in questo fuoco tutto ciò che vogliamo che venga trasformato dall’amore di Dio. Benedetto il nuovo fuoco viene preparato il Cero Pasquale su cui viene incisa una croce per configurarlo a Gesù Cristo; poi l’alfa e l’omega, prima e ultima lettera dell’alfabeto greco, per indicare che Cristo è il principio e la fine di tutte le cose; infine, segnerà le cifre dell’anno per significare che Gesù – Signore del tempo e della storia – vive oggi per noi. Dopo l’accensione del cero pasquale, segno visibile del Cristo risorto, accoglieremo i ministri in chiesa seguendo il cero al quale un po’ alla volta accenderemo la candela che teniamo in mano.

GRANDE DOSSOLOGIA

G – Condotti dalla fede mediante l’ascolto della Parola di Dio, siamo resi capaci di accogliere il festoso annuncio della Risurrezione, che ci viene dato dal canto gioioso del Gloria. Il canto di questo inno, che parte dal Celebrante, diventa, nella nostra Comunità, l’augurio pasquale vicendevole. Celebriamo la Pasqua nella gioia della vita nuova!

CANTO DELL’ALLELUIA

G – Dopo i giorni della Quaresima ritorna il canto dell’acclamazione pasquale per eccellenza: Alleluia, lodate Dio! Il silenzio dell’attesa viene squarciato da questo canto che esprime la gioia della risurrezione. Il Signore della vita è vivo e presente in mezzo a noi.

LITURGIA BATTESIMALE

G –  Il mistero pasquale che stiamo celebrando diventa concreto nei sacramenti che ci rendono cristiani, figli di Dio: il battesimo, la cresima, l’eucaristia. Come il fuoco rischiara e riscalda questa notte, così l’acqua diventa esperienza di purificazione e di rigenerazione. Nel grembo della Pasqua ognuno rinasce a vita nuova e accoglie in sé il dono dello Spirito.

PRESENTAZIONE DEI DONI

G – Giunti alla quarta parte della Veglia pasquale, la Liturgia Eucaristica, abbiamo la possibilità di passare dal segno alla realtà: l’annuncio della Pasqua si realizza in noi con l’Eucaristia. Con il pane, il vino e le offerte che raccogliamo nei cestini offriamo al Signore la nostra vita segnata dalla gioia della Risurrezione.

RINGRAZIAMENTO ALLA COMUNIONE

G – Dopo i giorni tenebrosi della passione, la notte è stata squarciata dalla tua Luce sfolgorante, o Cristo. E’ sorto per noi un nuovo Giorno, che non conosce più tramonto: tu sei il Vivente, il Risorto per sempre. L’Amore ha cambiato la storia! Sì, il tuo Amore, o Signore, che ti condotto per noi a varcare la soglia della morte per distruggerla per sempre. Credere alla Pasqua, credere al tuo “passaggio” alla vita che non ha più fine è credere che il male, in ogni sua forma, è stato definitivamente distrutto. E, se ai nostri occhi ancora oggi sembra avere l’ultima parola, dinanzi a guerre, violenze, calamità naturali e disastri di ogni genere, noi sappiamo che sei tu, Signore della Vita, la Parola ultima e definitiva su di noi. Per questo vogliamo implorare da te la luce della fede per credere all’impossibile, per scrollarci di dosso l’immagine del primo Adamo e rivestirci di te, o Gesù risorto, della veste del Battesimo dove con te siamo rinati a vita nuova. Rinnova in noi la speranza della risurrezione nelle prove del quotidiano e alimenta la carità che ci invia nel mondo quali testimoni del grande Mistero di salvezza, di cui in questa notte hai reso partecipe ogni uomo e donna della terra.

g-15-j500