– 19 Settembre 2021 –
«Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me»
INTRODUZIONE
G. – Celebriamo oggi la XXV domenica del Tempo Ordinario. La vera “grandezza” del discepolo. Gesù ci educa a porre al centro della comunità i piccoli, ad essere e ad agire seguendo il suo esempio, per accogliere il nostro prossimo e servire con amore. Il libro della Sapienza (prima lettura), afferma che la vita e l’agire dei giusti sono visti come fastidiosi dagli empi, i quali sfidano la loro pazienza e Dio stesso. La Lettera di Giacomo (seconda lettura), ricorda come la vera sapienza si esprime in atteggiamenti di amore, pace, misericordia e preghiera, mentre quella falsa nell’invidia e nell’agire male. Nel vangelo, continuando la lettura del testo di Marco, Gesù parla della propria passione, morte e risurrezione, ma i discepoli non lo comprendono. Essi discutono tra di loro su chi sia il primo e il più grande. Il Maestro li corregge e spiega loro come la vera grandezza consista nel servire con umiltà. Ponendo un bambino al centro dei Dodici, Gesù capovolge i criteri comuni del pensare e dell’agire, lasciando un esempio visibile permanente anche per noi oggi. Per il contenimento della diffusione del contagio del Covid-19 ricordiamo che l’accesso in chiesa è consentito solo nei posti a sedere indicati e con la mascherina ben posizionata sul volto per tutta la durata della celebrazione.
PRESENTAZIONE DEI DONI
G. – Con il pane, il vino, il cesto della solidarietà presente in ogni negozio della Città offriamo a Dio la solidarietà che con la semplicità annulla l’egoismo.
RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE
G. – Gesù, tu sei disposto ad amare fino in fondo, fino a dare la vita. Ma i tuoi discepoli sognano posti di potere, ruoli importanti, e dunque discutono perché ognuno ha pretese da accampare, meriti da far valere. Gesù, tu vorresti prepararli al momento terribile in cui i loro sogni di gloria crolleranno e si troveranno di fronte ad eventi drammatici: la tua cattura, la tua condanna, la tua esecuzione sul patibolo della croce. Ma sono troppo presi dai loro progetti per prendere sul serio le tue parole, perché esse facciano breccia nei loro animi protesi verso il successo che li attende. Non ti resta, allora, che proporre due immagini chiare e senza equivoci: quella di colui che si fa servo di tutti, quella del bambino senza diritti da far valere, accolto solo per amore. Gesù, sono anch’io come i tuoi apostoli: non mi piace affatto l’idea di trovarmi disarmato di fronte a chi ha voglia di rovesciarmi addosso tutta la sua cattiveria, di farmela pagare perché gli risulto antipatico per le mie parole, per i miei gesti, per il modo in cui vivo il Vangelo.