– 2 Maggio 2021 –
«Io sono la vite, voi i tralci»
INTRODUZIONE
G. – Celebriamo oggi la V domenica di Pasqua. Pasqua, il pastore che si dona. Chiamati a portare i frutti della risurrezione. L’evento della risurrezione non può rimanere semplicemente un fatto del passato da ricordare. La gioia e la speranza portate dall’annuncio pasquale aprono il credente all’impegno attivo dell’amore. La seconda lettura ce lo dice chiaramente: «non amiamo a parole né con la lingua, ma con i fatti». Solo così si potranno riconoscere coloro che credono: dall’amore verso i fratelli e verso Gesù Cristo. È questo coraggio dell’amore ciò che rivela la nuova identità di Saulo, convertito a Damasco. La prima lettura ci informa della paura che ancora accompagna la sua presenza tra i cristiani, ma anche come il suo zelo missionario lo apra alla comunità e consolidi nello Spirito la Chiesa nascente. Il vangelo è una brillante sintesi di tutto questo. Nel discorso che troviamo al capitolo 15 di Giovanni, Gesù stesso si definisce la «vite», l’origine in cui dobbiamo «rimanere», proprio come i tralci, per portare frutto e non seccare. È questo l’unico modo per glorificare il Padre. Per il contenimento della diffusione del contagio del Covid-19 ricordiamo che l’accesso in chiesa è consentito solo nei posti a sedere indicati e con la mascherina ben posizionata sul volto per tutta la durata della celebrazione.
PRESENTAZIONE DEI DONI
G. – Con il pane, il vino, il cesto della solidarietà presente in ogni negozio della Città offriamo al Signore la vera presenza del Risorto che porta a vincere ogni ingiustizia e povertà.
RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE
G. – L’ho sperimentato anch’io, Gesù: quando decido di fare a modo mio e ignoro volutamente il tuo Vangelo, quando preferisco perseguire con ostinazione i miei obiettivi, i miei vantaggi e mi tengo alla larga dai tuoi suggerimenti, condanno i miei giorni, la mia esistenza alla sterilità, a non produrre frutti di bontà, di condivisione, di gioia. Mi sento allora come un tralcio privo di quella linfa feconda che viene da te, un tralcio che perde inesorabilmente vitalità e freschezza. Rimanere collegati a te comporta scelte difficili. I tuoi sentieri si presentano ardui e faticosi e spesso tu ci induci ad andare contro corrente. E tuttavia io ho la sensazione che questa è la strada della vita. Viceversa quando cerco solo la mia comodità, la facile autostrada senza salite, mi pare di tagliarmi fuori dalle splendide opportunità che mi offri. In effetti, Gesù, la vita eterna non riguarda solo l’aldilà: fin da oggi, se siamo uniti a te, sentiamo fluire dentro di noi una pienezza sconosciuta che dilata ogni spazio del cuore, dell’intelligenza, della volontà.