Commento alla XXXIII Domenica del Tempo Ordinario – Anno A

Chi è il tuo talento? - Get up and Walk

– 15 Novembre 2020 –

«Dopo molto tempo il padrone di quei servi tornò e volle regolare i conti con loro.»

IV Giornata Mondiale dei Poveri: “Tendi la tua mano al povero”.

INTRODUZIONE

G. – Portare frutto nel tempo dell’attesa. Il libro dei Proverbi termina con l’elogio della «perfetta padrona di casa». Questo brano è stato scelto come prima lettura per sottolineare l’operosità con cui si deve attendere e preparare l’incontro con il Signore. Il discepolo di Gesù non può e non deve attendere in maniera passiva la venuta del suo Signore, deve invece essere abile e attivo amministratore dei doni di grazia che ha ricevuto. Nella seconda lettura, Paolo ricorda ai Tessalonicesi che il ritorno del Signore sarà un evento improvviso ma certo. Di fronte alla certezza del ritorno del Signore (parusía) e all’incertezza del «quando», l’apostolo esorta i cristiani a comportarsi da «figli della luce». Il «quando» verrà il giorno del Signore è di importanza relativa, molto più importante è che il Signore trovi i Tessalonicesi pronti quando tornerà. Il vangelo, infine, ci ricorda che i doni che abbiamo ricevuto da Dio dobbiamo farli fruttificare con iniziativa e impegno personale, per rispondere così alla fiducia che lui ha riposto in noi. Alla sua venuta egli ci darà una ricompensa infinitamente superiore alla nostra fatica, vale a dire la gioia di vivere per sempre con lui. Celebriamo oggi anche la IV domenica mondiale dei poveri. Ci uniamo insieme a tutta la nostra Chiesa diocesana per elevare al Signore la preghiera affinchè tutti noi sappiamo tendere la nostra mano a chi è meno fortunato di noi. In osservanza alle disposizioni anti Covid-19 si ricorda che ci si può sedere solo nei posti indicati e indossando la mascherina ben posizionata su naso e bocca.

PRESENTAZIONE DEI DONI

G. – Con il pane, il vino, il cesto della solidarietà presente in ogni negozio della Città offriamo al Signore i doni che sfamano ogni povertà.

RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE

G. – La parabola, Gesù, è talmente conosciuta che è entrata nel modo di parlare comune: “coltivare/sviluppare i propri talenti”, come “aver del talento” sono ormai espressioni molto diffuse. A tutto detrimento, forse, del vero significato delle tue parole. Tutti, infatti, pensano subito a doti innate, a capacità particolari e ritengono che tu abbia voluto dare una scossa alla gente pigra, indurre i ragazzi a studiare o comunque a prendere sul serio i loro impegni quotidiani. Ma il vero talento, il più prezioso, quello che non deve essere sotterrato, non è la conoscenza delle lingue o la predisposizione per la matematica e neppure una sorta di estro artistico, ma la tua parola, il Vangelo. Sì, è proprio quello che non dobbiamo tenere tutto per noi o nascondere in una buca per paura. Un dono così importante merita di essere trafficato per arrivare proprio a tutti. Richiede di essere diffuso, annunciato, propagato, con le parole e con le opere. Signore Gesù, liberaci dal rispetto umano che ci blocca e ci impedisce di parlare di te, della tua proposta a tutti quelli che incontriamo. Tendi la tua mano al povero, è il tema che il Santo Padre ha scelto è un costante invito a prenderci di cura di chi è solo e ai margini della società senza delegare e senza cadere nell’egoismo.