Commento alla XXXII Domenica del Tempo Ordinario – Anno A

Ecco lo sposo! Andategli incontro!" (Matteo 25:1-13) - Progetto Gionata

– 8 Novembre  2020 –

«Ecco lo sposo! Andategli incontro!»

INTRODUZIONE

G. – Attendere lo sposo facendo la volontà di Dio. La «sapienza», di cui parla l’autore sacro nella prima lettura, non è una conoscenza, una teoria, ma un’arte di vivere, uno stile di vita. Essa viene presentata come dono di Dio, deve essere «cercata e desiderata». La «sapienza» di cui si parla è evidentemente Dio stesso, che sollecita e attira l’uomo verso di sé: «lei stessa va in cerca di quanti sono degni di lei». I cristiani di Tessalonica erano inquieti per la sorte dei loro cari, perché pensavano che i morti non avrebbero partecipato al grande ritorno di Cristo (parusía). L’apostolo Paolo, nella seconda lettura, li rassicura, affermando che quanti muoiono in Cristo saranno associati alla sua gloria insieme a quelli che saranno vivi al momento del suo ritorno. L’uomo non viene annientato dalla morte: se ha vissuto nell’amicizia con Dio risusciterà, e sarà per sempre partecipe della sua felicità e della sua gloria. La comunità cristiana in cammino vive nell’attesa dell’incontro definitivo con il suo Signore e vigila tenendo accesa la lampada della fede e dell’amore, finché Cristo suo sposo la introduca nel regno delle nozze eterne. La vigilanza, come descritta dal vangelo, è un atteggiamento essenziale del cristiano: il Signore viene, bisogna essere pronti ad accoglierlo come le cinque vergini sagge. In osservanza alle disposizioni anti Covid-19 si ricorda che ci si può sedere solo nei posti indicati e indossando la mascherina ben posizionata su naso e bocca.

PRESENTAZIONE DEI DONI

G. – Con il pane, il vino, il cesto della solidarietà presente in ogni negozio della Città offriamo al Signore la luce che illumina le tenebre dell’egoismo.

RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE

G. – La vera saggezza emerge nei momenti decisivi, ma è legata a piccole pratiche quotidiane di vigilanza e di discernimento. Se stiamo all’apparenza, Gesù, la vita di molte persone sembra del tutto simile. In fondo mangiano e lavorano, si sposano e hanno dei figli, si riposano e hanno tempi di distensione. Che cosa c’è di diverso in questa o quella persona? Proprio come quelle dieci vergini che si sono lavate, profumate, vestite per partecipare a quella festa di nozze… e si sono anche tutte addormentate, attendendo l’arrivo dello sposo. Quando questo è giunto, però, è venuta fuori la differenza, quell’ampolla di olio a cui non si era fatto tanto caso, ma prezioso, decisivo, per far funzionare le lampade… Vegliare, in fondo, significa non farsi cogliere impreparati, avere a disposizione sempre quella benedetta riserva che non lascia al buio. Signore, non permettere che la mia fede venga meno per incuria, per stoltezza, per sbadataggine. Donami di aver sempre cura della relazione di amore che mi unisce a te.