– 2 Agosto 2020 –
«Voi stessi date loro da mangiare»
INTRODUZIONE
G. – Celebriamo oggi la XVIII domenica del tempo ordinario. L’amore di Dio, il pane che sazia ogni vivente. La liturgia della Parola di questa domenica invita a riflettere sul tema dell’abbondanza e della gratuità. La prima lettura, tratta dal libro del profeta Isaia, parte dal bisogno di mangiare e di bere, necessità primarie dell’uomo, per far luce sul modo di operare di Dio: si gioisce e si ringrazia di quanto il Signore opera perché si è invitati senza “obbligo” di restituire. Alla prima lettura fa eco il vangelo di Matteo, nel quale il Maestro è dipinto con un duplice volto: da una parte Gesù, vedendo le folle, ne prova compassione e si rende disponibile ad ascoltare le loro esigenze; dall’altra si mostra come Colui che dà loro da mangiare, offre nutrimento per un popolo in cammino. La seconda lettura invita la comunità credente a non temere nulla perché nulla può separarci dall’amore di Cristo. È lui che ci rivela il volto amorevole del Padre, lui che ci dona lo Spirito, lui che è la salvezza del mondo. C’è, in questo senso, una chiara complementarità con quanto ci fa cantare il Salmo 144: l’invito è ad avere anche noi un cuore grande, ad essere attenti alle sofferenze altrui, perché possiamo costruire un’autentica comunità nell’amore di Dio. In osservanza alle disposizioni anti Covid-19 si ricorda che ci si può sedere solo nei posti indicati e indossando la mascherina ben posizionata su naso e bocca.
PRESENTAZIONE DEI DONI
G. – Con il pane, il vino, il cesto della solidarietà presente in ogni negozio della Città offriamo al Signore la capacità di ricercare i nostri doni e condividerli senza paura.
RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE
G. – Quel giorno, alla folla affamata tu hai offerto un segno, Gesù: tu provi compassione per la nostra fame, partecipi alle nostre pene, condividi le nostre miserie e proprio per questo ci offri guarigione e pane a sazietà. Ci rimetti in cammino, ci liberi dal potere del male e doni un nutrimento che ci sostenga nella fatica di ogni giorno. Quel giorno, alla folla affamata hai donato una certezza nuova: Dio si prende cura di noi, della nostra esistenza, Dio ascolta le nostre invocazioni, Dio vuole trasformare la nostra vita. Ma il mondo nuovo non nasce dall’egoismo, dal pensare solo a se stessi («Ognuno vada a comprarsi da mangiare») e non si costruisce a partire dal nulla. C’è un dono di partenza, quei cinque pani e due pesci, e c’è un metodo infallibile. Sì, il pane non si moltiplica magicamente, ma si spezza e si distribuisce. Quel giorno, alla folla affamata, è stato dato però solo un segno perché la realtà va ben al di là. Sei tu il Pane spezzato per la vita del mondo, sei tu il Pane offerto per la nostra liberazione, sei tu il Pane donato perché tutti possano mangiare a volontà e conoscere la tua pienezza e la tua gioia.