Commento alla XIV Domenica del Tempo Ordinario – Anno A

don Antonello Iapicca - Commento al Vangelo del 12 dicembre 2018 -

– 5 Luglio 2020 –

«Ti rendo lode, Padre, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli»

INTRODUZIONE

G. – Celebriamo oggi la XIV domenica del tempo ordinario. Vivere secondo lo Spirito. I testi di questa domenica sembrano offrirci due sfumature. La prima è quella dell’umiltà, del “basso profilo”, che non significa depressione, abbattimento, lasciar andare, bensì gioia ed esultanza. La seconda è quella del potere, inteso non come possesso, ma come dono, come servizio, come “aiuto” che viene dallo Spirito. Il profeta Zaccaria ha in serbo un annuncio inedito, di consolazione e di speranza. Il futuro del popolo d’Israele viene ricostruito e l’invito è quello di aggrapparsi ad una promessa che diviene certezza: l’arrivo di un re che non ha le caratteristiche dei re della terra, ma esercita il proprio potere in maniera differente: «annuncerà la pace» ed estenderà il suo dominio «fino ai confini della terra». L’apostolo Paolo, scrivendo ai Romani, invita a pensare a chi apparteniamo. Pensiero non facile perché, come già espresso nella lettera ai Corinzi, l’uomo è spesso attratto dal ragionare sotto il «dominio della carne» e tuttavia sente la chiamata ad alzare gli occhi al cielo, a vivere «mediante lo Spirito». Infine il brano di vangelo con delicatezza ci consegna il cuore di Gesù e ci fa entrare nella lode che il Figlio esprime al Padre per aver rivelato i misteri del Regno non ai dotti e ai sapienti, ma a coloro che nella propria vita hanno ancora posto per il Signore. In osservanza alle disposizioni anti Covid-19 si ricorda che ci si può sedere solo nei posti indicati e indossando la mascherina ben posizionata sul naso e bocca.

PRESENTAZIONE DEI DONI

G. – Con il pane, il vino, il cesto della solidarietà presente in ogni negozio della Città offriamo al Signore la capacità di lodare il suo grande amore per noi.

RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE

G. – La comunione con Dio, Gesù, non è una conquista a colpi di volontà, e neppure qualcosa che si raggiunge con lo studio, grazie a un reiterato impegno intellettuale. È un dono e proprio per questo, ne restano tagliati fuori tutti i prepotenti e gli arroganti, tutti i pretenziosi e i saccenti. A riceverlo, invece, sono coloro che hanno un cuore di povero, che sono disposti a rinunciare ad accaparrarsi avidamente qualcosa, a pretendere di raffigurarti a loro uso e consumo. Lo ricevono quelli che sono pronti a lasciarsi ammaestrare da Dio. Sì, Gesù, perché conoscere Dio non ha niente a che fare con nozioni da mettere le une accanto alle altre  e non è frutto di erudizione e neppure un esercizio di intelligenza.  Dio si rivela solo a coloro che lo amano intensamente con tutto il cuore e con tutta l’anima. Ecco perché i piccoli, coloro che non contano su se stessi, sulle proprie risorse, sulle proprie doti, sono i primi destinatari di una relazione che non nasce sui libri, ma diventa abbandono fiducioso.  Ed è per questa scelta. che tu benedici e ringrazi il Padre, che si manifesta a questi figli.