Commento alla Santa Pasqua “Resurrexit Domini” – Anno A

È risorto... ma per chi? - VinoNuovo.it
– 12 Aprile 2020 –

 « Maria di Magdala vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro»

 

INTRODUZIONE

G. – Celebriamo oggi il solenne giorno della Pasqua. Dio vince la morte. La risurrezione è l’avvenimento più rilevante e fondamentale del cristiano e quindi dell’uomo in genere: con la sconfitta della morte, è donata la possibilità di entrare già nella vita eterna. Non è un’acquisizione facile. Il vangelo lo afferma senza mezzi termini: Maria Maddalena non l’ha compreso, fugge convinta che qualcuno abbia portato via il corpo del suo Maestro; Pietro appare anch’egli perplesso; l’unico che «vide e credette» è il discepolo amato, colui che aveva sempre avuto un rapporto particolare con Gesù. La strada da percorrere è lunga, sono necessarie le condizioni opportune perché essa giunga a destinazione. In osservanza delle disposizioni Governative e dei Vescovi italiani per il contenimento del COVID-19 (Coronavirus) la celebrazione di questa messa viene fatta in assenza di popolo e trasmessa in diretta tramite i social. Si chiede a quanti vi prenderanno parte di predisporsi spiritualmente creando il giusto clima di preghiera e di comunione spirituale.

PRESENTAZIONE DEI DONI

G. – Con il pane, il vino, il cesto della solidarietà che in ogni parte della nostra città in questo tempo di emergenza sanitaria, sociale ed economica si sta riempiendo per i fratelli più in difficoltà offriamo al Signore la nostra vita segnata dalla gioia della Risurrezione.

RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE

G. – L’annuncio di Maria Maddalena è quello di un trafugamento: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro!». È la spiegazione che ci si può dare perché non passa lontanamente per la testa l’evento straordinario della risurrezione. Ma c’è qualcosa di strano nella tua tomba, Gesù: i teli posati per terra, il sudario avvolto a parte. E mentre Pietro osserva meravigliato, Giovanni, l’altro discepolo, viene alla fede. Sì, Gesù, non basta vedere, constatare, toccare con mano il tuo sepolcro ormai inutile perché vuoto. Ci vuole qualcosa di più e la fede è proprio questo: riconoscere attraverso gli indizi il disegno di Dio che ci sorprende, un progetto di amore che si realizza in questa nostra storia, nonostante tutto. Non è facile credere alla tua risurrezione, non è scontato ammettere che proprio tu, il Crocifisso, umiliato fino alla morte di croce, sia risorto, sia il vero vincitore, strappato alle mani della morte per entrare nella gloria di Dio. Oggi, a distanza di duemila anni, credere non è ancora qualcosa di immediato: c’è un travaglio che conduce alla fede, c’è un cammino da compiere, c’è una zona oscura da attraversare per rinascere finalmente alla luce.