«La folla gridava: «Osanna al figlio di Davide!…»
INTRODUZIONE
G. – Celebriamo oggi la commemorazione dell’ingresso di Gesù a Gerusalemme. Dio non abbandona il suo fedele. In prossimità della Pasqua la liturgia invita a riflettere sul mistero centrale della fede e della vita cristiana: sulla passione, morte e risurrezione del Signore. Nel racconto tramandatoci nel vangelo secondo Matteo lo sfondo è dato dal continuo richiamo all’agire di Dio in Gesù, che si potrebbe riassumere in una certezza: Dio non abbandona il suo fedele. Perciò lo stesso mistero della croce è mistero di amore, è dono della vita. Ed è proprio questa certezza che rende convincente la nostra fede: l’ amore di Dio, il Padre, non può lasciarci nella morte. In osservanza alle disposizioni Governative e dei Vescovi italiani per il contenimento del COVID-19 (Coronavirus) la celebrazione di questa messa viene fatta in assenza di popolo e trasmessa in diretta tramite i social. Si chiede a quanti vi prenderanno parte di predisporsi spiritualmente creando il giusto clima di preghiera e di comunione spirituale.
PRESENTAZIONE DEI DONI
G. – Con il pane, il vino, il cesto della solidarietà e le offerte che raccogliamo nei cestini offriamo al Signore i frutti di tutta la quaresima.
RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE
G. – C’era entusiasmo intorno a te, quel giorno, una gioia che tu accetti anche se sai bene quanto sia mutevole l’umore della folla. Riconoscevano che venivi da Dio, un profeta, uno che parla nel suo nome, ma nello stesso tempo ammettevano che eri molto di più, il Messia tanto atteso. La tua parola non toccava solo i cuori, ma cambiava l’esistenza, guariva i malati, riportava alla vita, trasmetteva il perdono di Dio, liberando dal fardello dei peccati. Eri decisamente un profeta diverso, Gesù, immune da qualsiasi ricerca di successo, di prestigio, di potere. Per questo eri arrivato a dorso d’asino… Tu non rimproveri chi ti manifesta il suo affetto, la sua stima, il suo apprezzamento, ma sai anche che ti attende un passaggio doloroso e terribile, tanto da produrre sconcerto in quelli che ora ti acclamano. Sì, perché il disegno di Dio si compirà in modo del tutto inatteso, attraverso la tua umiliazione, la tua condanna, la tua passione, la tua morte sul legno della croce. Strani percorsi, ma dettati dall’amore, un amore che non si impone, un amore che accoglie tutti e accetta di donarsi, di spezzarsi come un pane buono offerto a chi ha fame.