Commento alla VI Domenica del Tempo Ordinario – Anno A

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– 16 Febbraio 2020 –

«Non sono venuto ad abolire la legge, ma a dare pieno compimento» 

INTRODUZIONE

G. – Celebriamo oggi la VI domenica del tempo ordinario. Camminare col Signore è vivere nella gioia. Tutte le letture di oggi, in sintesi armonica e rasserenante, ci ripetono, non come giudizio ma come constatazione, che la vita è differente se la legge e i comandamenti del Signore sono la nostra strada. Il libro sapienziale del Siracide, presenta un Dio che vede “lontano”, oltre, “dentro” il cuore e le decisioni dell’uomo. Se ciascuno ha fiducia in lui sarà la sua stessa Parola di vita a custodirci. Se l’uomo cammina nei comandi del Signore sa scegliere, con verità, il bene. San Paolo ai Corinzi, offre due preziose indicazioni. La prima prende le distanze dalla sapienza del mondo. Utile, necessaria, ma che non ha nulla a che vedere con la vita del credente in Cristo. La sapienza di Dio, quella che si è rivelata nel Salvatore, è sfuggita alle grandi menti dell’umanità. Rimane un mistero e con umiltà chiede di essere accolta. “Sapere”, per Paolo, è vivere in umiltà, attendendo la rivelazione di Dio come un dono dello Spirito. Per motivi di sicurezza si ricorda anche di non fermarsi nei pressi delle vie di entrata e di fuga ma di occupare i posti disponibili partendo dalle prime file vicino all’altare.

PRESENTAZIONE DEI DONI

G. – Con il pane, il vino, il cesto della solidarietà e le offerte che raccogliamo nei cestini offriamo al Signore la capacità di leggere gli eventi con il cuore per saper condividere.

RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE

G. – Gesù, tu hai il coraggio di mettere in gioco te stesso, la tua autorità, quando insegni alle folle le strade di Dio. Per questo non ti limiti a ricordare gli insegnamenti della legge antica, ma mostri un modo nuovo di giudicare, di decidere, di comportarsi, ispirato dal comandamento dell’amore. La legge diceva: Non uccidere. Ma ci sono tanti modi per colpire qualcuno: con il disprezzo, con le offese, con le beffe, con l’emarginazione. La legge metteva in guardia contro l’adulterio, contro il tradimento, contro l’infedeltà. Ma ci sono tanti modi per attentare alla santità e alla grandezza del matrimonio attraverso la seduzione, uno sguardo malvagio, la brama di possedere, di indurre al peccato  o facendo discorsi leggeri, privi di pudore. La legge chiedeva di rispettare i giuramenti, ma c’è un modo di parlare e di agire, che non li rende neppure necessari. In effetti, Gesù, quando si pratica la verità, ci si guarda da qualsiasi menzogna, quando si ricerca sinceramente la giustizia e si improntano le proprie decisioni  al rigore, all’onestà, alla dirittura morale, le parole hanno un peso specifico molto alto.  Grazie, Gesù, perché non ti fermi alla legge, ma mi insegni ad andare oltre, a lottare contro il male che è in me, a seguire una coscienza attenta e vigilante, a tenermi lontano da ciò che mortifica la mia dignità.