Commento alla III Domenica di Avvento – Anno A

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– 15 dicembre 2019 –

  «Egli è colui del quale sta scritto: “…davanti a te egli preparerà la tua via”»

 

INTRODUZIONE

G. – Celebriamo oggi la terza domenica di Avvento. Questa domenica, in cui il cammino dell’Avvento è giunto a metà del suo percorso, pone all’attenzione sentimenti contrastanti come: stupore, smarrimento, dubbio che confluiscono però alla fine in un’espressione di gioia (domenica Gaudete). All’inizio c’è la figura – sempre stimolante, e inquietante – di Giovanni Battista con le sue domande sull’identità di colui che si presenta come il Cristo, autore di prodigi che sono sotto gli occhi di tutti. La risposta che Gesù manda al Battista parte da questi segni, che non sono tuttavia espressione di quel potere terreno che ci si aspettava dal Messia, bensì indicazione di un progetto di liberazione e di guarigione, che ha come destinatari i più umili e i più poveri fra gli uomini. È dunque un tempo di grazia che si annuncia, proprio come quello che è cantato da Isaia, un cambiamento festoso che invade anche le terre più sterili come il deserto e la steppa, ambienti tradizionalmente ostili, che adesso sono invitati a rallegrarsi e a gioire per la salvezza portata dal Signore. In questa terza domenica di Avvento ci aiutano a riflettere i ragazzi del dopo Comunione e del primo anno Cresima presentandoci non una chiesa egoista, chiusa e indifferente ma dal cuore grande). Come sempre ricordiamo a tutti di spegnere i cellulari e di partecipare alla preghiera con i canti, i testi preposti e senza parlare di altro.

PRESENTAZIONE DEI DONI

G. – Con il pane, il vino, il cesto della solidarietà e le offerte che raccogliamo nei cestini offriamo al Signore tutto ciò che ci fa essere persone.

RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE

G. – Tu, Gesù, non corrispondi al Messia che il Battista si attendeva. Si aspettava il giudice, che è pronto a castigare per spazzare via il male, estirpandolo dalla radice. E invece gli raccontano che tu parli di misericordia ed entri nelle case degli impuri, dei pubblicani e delle prostitute. Ma come fai a tollerare la presenza dei peccatori, di coloro che calpestano la legge di Dio senza farsi troppi scrupoli? Il Battista ti immagina come una scure che si abbatte inesorabile sull’albero che non porta frutti di bontà e tu invece perdoni e rialzi e sei preoccupato non di condannare il passato, ma di aprire un futuro nuovo. Ma questo non finirà col disorientare la gente che rispetta i comandamenti e si comporta con onestà e rettitudine? A questo punto emerge, prepotente, il dubbio: sei tu veramente il Messia oppure bisogna attenderne un altro? E tu, Gesù, non esiti a qualificare Giovanni come un profeta autentico, tutto d’un pezzo, ma anche a sottolineare come ci sia una novità che sconvolge e sorprende e a cui bisogna adeguarsi. Sì, Gesù, anche il profeta fedele ha bisogno continuo di conversione!