– 29 dicembre 2019 –
«In sogno un angelo disse a Giuseppe: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto…»
INTRODUZIONE
G. – Celebriamo oggi la Santa Famiglia, modello di vita per tutti noi. Nel ciclo natalizio si coglie come la missione di Gesù si ponga in un ampio contesto storico-salvifico, che comprende la sua preesistenza presso il Padre (cfr. Gv 1,1-2)e la sua venuta nella carne (cfr. Gv 1,14), attraverso la quale si dischiude in modo insuperabile il Dio invisibile (cfr. Es 33,18-20). L’incarnazione di Gesù nella storia, celebrata il giorno di Natale,passa attraverso una famiglia concreta, con le gioie, ma anche le difficoltà che ogni famiglia incontra nella sua quotidianità. La famiglia di Gesù “Santa”, e non più “Sacra”, che suggeriva qualcosa di “separato” e lontano viene proposta in questa domenica come esempio che tutte le famiglie sono chiamate ad incarnare e ad attualizzare. La figura di Giuseppe è messa in particolare luce dal vangelo: i sogni di cui è destinatario esprimono il rapporto diretto con la volontà divina, di cui egli si mostra interprete sollecito per amore di Maria e del bambino Gesù. Come sempre ricordiamo a tutti di spegnere i cellulari, di partecipare alla preghiera con i canti, i testi preposti e senza parlare di altro. Per motivi di sicurezza si ricorda anche di non fermarsi nei pressi delle vie di entrata e di fuga ma di occupare i posti disponibili partendo dalle prime file vicino all’altare.
PRESENTAZIONE DEI DONI
G. – Con il pane, il vino, il cesto della solidarietà e le offerte che raccogliamo nei cestini offriamo al Signore tutto ciò che ci fa essere famiglia che accoglie e sana.
RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE
G. – Gesù, la tua non è proprio un’esistenza dorata, da privilegiato. Tu partecipi ai drammi di tante famiglie costrette alla fuga dalla tracotanza dei dittatori, dall’oppressione dei ricchi, da condizioni impossibili segnate dalla penuria, dalle malattie, dalla mancanza di un futuro diverso. Ed è giusto che subito dopo il Natale il vangelo ci apra gli occhi su una realtà che spesso vogliamo ignorare perché ci mette a disagio. Mentre guardiamo con tenerezza alla tua immagine di gesso o di legno, di plastica e di molti altri materiali, che troneggia al centro del presepio, tu ci ricordi che sei vivo e presente nella carne martoriata di tanti uomini e donne, che affrontano pericoli e rischi di ogni genere, imbarcandosi in un viaggio motivato dalla disperazione, ma aperto alla speranza di un avvenire. Tu ci offri la possibilità di rivestire lo stesso ruolo di Giuseppe, per obbedire alla tua parola, per fare la tua volontà, superando tutte le paure ed i pregiudizi che continuano a paralizzarci. Tu ci richiami alle nostre responsabilità perché soccorriamo tanti fratelli e sorelle della cui sorte un giorno ci chiederai conto. E ci ricordi che il futuro dell’umanità passa attraverso di loro e non per i nostri progetti di grandezza.