«Una vedova diceva al giudice disonesto:“Fammi giustizia contro il mio avversario”…»
INTRODUZIONE
G. – Celebriamo oggi la XXIX domenica del tempo ordinario. Cosa significa pregare? Come dobbiamo pregare? Dio ascolta le nostre preghiere? Se sì, perché talvolta abbiamo l’impressione che la sua risposta tardi ad arrivare? Tali interrogativi ci introducono al tema proposto dalle letture di questa domenica. Nella prima lettura Mosè, che rimane pazientemente davanti a Dio con le mani alzate per impetrare la vittoria del popolo di Israele nella guerra contro gli amaleciti, illustra l’efficacia della preghiera. Come sempre ricordiamo a tutti di spegnere i cellulari e di partecipare alla preghiera con i canti, i testi preposti e senza parlare di altro.
PRESENTAZIONE DEI DONI
G. – Con il pane, il vino, il cesto della generosità e le offerte che raccogliamo nei cestini offriamo al Signore la voglia di cambiare l’egoismo in amore.
RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE
G. – Quella vedova, certo, è stata insistente, forse addirittura petulante, ma lo ha fatto perché sapeva che prima o poi sarebbe stata esaudita. Certo, Gesù, il Padre tuo non è un giudice disonesto e quindi non dev’essere convinto ad ascoltare le nostre preghiere, non dobbiamo strappargli un favore da elargire magari controvoglia. No, il Padre ci ama e lo fa prima ancora che noi lo amiamo. Lo fa con larghezza, con tenerezza, non rispetta misure e confini. E tuttavia chiede la nostra fede, la certezza che egli interviene sempre a favore di chi lo invoca. È vero, la preghiera è, in fondo, uno specchio preciso della fiducia che gli riserviamo quotidianamente, è la dimostrazione che ci sentiamo accolti ed esauditi nonostante le nostre fragilità e i nostri limiti. La preghiera è il respiro della nostra anima, è il filo rosso che ci tiene costantemente uniti a Dio e ai nostri fratelli, nell’ascolto e nella meditazione, nell’intercessione e nella supplica, ci fa vibrare al ritmo della sua parola, ci fa agire al soffio del suo Spirito, ci fa cogliere in mezzo a tante orme le tracce del tuo passaggio, i segni della tua presenza. Aiutaci Signore a scoprire la bellezza di questo nuovo anno pastorale che si apre davanti a noi. Facci sentire quanto ciascuno di noi sia per te prezioso e non farci cadere nell’indifferenza o nel mutismo delle fede. Fa che la nostra preghiera sia instancabile e ci aiuti a vivere nella testimonianza i sacramenti che celebriamo, la Parola che annunziamo e la carità che operiamo.