– 25 agosto 2019 –
… comincerete a bussare alla porta, dicendo: “Signore, aprici!
INTRODUZIONE
G. – Celebriamo oggi la XXI domenica del Tempo Ordinario. La sequenza delle tre letture dell’odierna liturgia lascia un po’ perplessi: come conciliare l’universalità della salvezza proclamata dal profeta Isaia (prima lettura) con la severità degli insegnamenti di Gesù A ben vedere, si tratta di un’apparente contraddizione. Con il rigore dei suoi insegnamenti Gesù non intende mettere in discussione il disegno di Dio, piuttosto vuole sollecitare la responsabilità degli uomini, partendo dal presupposto che la salvezza è sì un dono, che però non invalida la libertà dell’uomo. Ben consapevole del fatto che l’uomo può rifiutare il disegno di Dio, il Maestro scuote le coscienze dei discepoli e di chiunque si ponga in ascolto della sua Parola. Il vangelo ci ricorda con toni estremamente provocatori che non basta “chiamarsi” discepoli di Gesù e non basta nemmeno un’adesione formale ed esteriore ai suoi insegnamenti. Come sempre ricordiamo a tutti di spegnere i cellulari e di partecipare alla preghiera con i canti, i testi preposti e senza parlare di altro.
PRESENTAZIONE DEI DONI
G. – Con il pane, il vino, il cesto della generosità e le offerte che raccogliamo nei cestini offriamo al Signore tutto di noi.
RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE
G. – Gesù, chi vuol essere tuo discepolo non può illudersi di vivere di rendita. No, per entrare nel tuo Regno non conta il tesoro di fede degli antenati, né il legame di sangue che ci unisce a un prete, a una suora, ad un missionario. L’aver ricoperto ruoli importanti nella Chiesa o nella società non è un titolo da esibire per assicurarsi un posto nel mondo nuovo. E non ha valore neppure l’appartenenza ad un paese cattolico, l’adesione a qualche rito tradizionale. A quanto sembra non è un requisito essenziale neanche l’aver ascoltato la tua parola o l’aver partecipato all’eucaristia. No, l’importante è quello che ognuno ha compiuto in prima persona: se ha accettato o no di compiere la volontà di Dio anche quando si trattava di passare per una porta stretta, la porta che esige il sacrificio di sé, la rinuncia all’egoismo, la volontà di fare il bene a chiunque ed a qualunque costo, la disponibilità a perdonare, la generosità che non prevede contraccambio. Sì, tutto questo è decisivo per entrare nel mondo nuovo che tu hai inaugurato. E non mancheranno le sorprese quando apparirà questa logica perché le apparenze cederanno il posto alla realtà.