«In verità io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria»
INTRODUZIONE
G. – Celebriamo oggi la IV domenica del Tempo Ordinario. La comunità cristiana è chiamata a continuare la missione di Gesù nel mondo: annunciare la sua Parola di liberazione, la promessa di “grazia” che egli proclamò nella sinagoga di Nazaret. La comunità cristiana è chiamata in ogni tempo ad essere “profetica” proprio in quanto por-tatrice di questa Parola e della promessa ad essa legata. Attraverso di essa Dio può continuare ad agire nella storia umana. È dunque auspicabile che nella Chiesa non venga mai meno il coraggio dell’annuncio e della testimo-nianza. Il vangelo presenta Gesù come colui nel quale trovano compimento le profezie antiche, ma mostra anche le possibili reazioni nei suoi confronti. Spesso si tratta di rifiuto: del resto, fin dall’inizio Luca afferma che Gesù sarebbe stato un segno di contraddizione per molti. Come sempre ricordiamo a tutti di spegnere i cellulari e di partecipare alla preghiera con i canti, i testi preposti e senza parlare di altro.
PRESENTAZIONE DEI DONI
G. – Con il pane, il vino, il cesto della generosità e le offerte che raccogliamo nei cestini offriamo al Signore il desiderio di condividere la ricchezza dei cuori e delle menti.
RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE
G. – Ci sembra strano, Gesù: proprio i tuoi compaesani, quelli che ti avevano visto crescere e diventare un uomo, quelli che avevano pregato con te alla sinagoga, sopportato una vita dura, condiviso le fatiche quotidiane, proprio loro ti rifiutano, ti cacciano via. Eppure questa storia si ripete da quasi duemila anni e le ragioni di un tale comportamento in fondo sono sempre le stesse. Non piace affatto che la salvezza continui ad arrivarci non attraverso segni mirabolanti, miracoli che attirano l’attenzione, prodigi che lasciano a bocca aperta, ma in modo del tutto modesto, dimesso, umile, quotidiano. Eppure ancor oggi tu ci vieni incontro con lo stesso stile, senza fare chiasso, senza importi, senza sfondare le porte, ma offrendo una salvezza che cambia i connotati della nostra vita, ma senza magie. Non piace, Gesù, oggi come ieri, che tu non corrisponda all’immagine che ci siamo costruiti di te, non ti riduca a soddisfare i nostri bisogni, le nostre attese, ma venga a proporci un percorso inedito e poco frequentato e che ci chieda chiaramente di accoglierti nella nostra esistenza così come sei, senza compromessi, senza piegarti alla nostra volontà.