Commento alla II Domenica di Avvento – Anno C

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– 9 Dicembre 2018 –

 «Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri!»

 

 INTRODUZIONE

G. – Celebriamo oggi la II domenica di Avvento. Giovanni il Battista annuncia un battesimo di conversione, per il perdono dei peccati. Egli è identificato con la voce profetica che promette agli esiliati il ritorno in patria, come un nuovo esodo di liberazione. Nel deserto, luogo inospitale e privo di vita, riprende vigore la speranza di un popolo. È però necessario un radicale cambiamento, descritto con le immagini di sentieri da raddrizzare, valli da colmare, passi da appianare. Tale è sempre il cammino di fede che i cristiani devono percorrere per accogliere il Signore che viene. Accendono e portano all’altare la seconda candela dell’avvento i ragazzi del secondo anno e dopo comunione. In questa settimana i ragazzi ci invitano a riflettere sull’importanza del preparasi per vivere sino in fondo il mistero della rivelazione. Come sempre ricordiamo a tutti di spegnere i cellulari e di partecipare alla preghiera con i canti, i testi preposti e senza parlare di altro.

PRESENTAZIONE DEI DONI

G. – Con il pane, il vino, il cesto della generosità e le offerte che raccogliamo nei cestini offriamo al Signore l’amore che è preludio di ogni giusta preparazione.

 

RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE

G. – Fanno uno strano effetto quei nomi che Luca ci regala all’inizio del vangelo di oggi. Corrispondono alle autorità di un preciso momento storico e ci vengono presentati secondo un rigoroso ordine di importanza. All’inizio Tiberio Cesare, l’imperatore, e subito dopo il suo rappresentante che nominiamo ogni volta che recitiamo il Credo: Ponzio Pilato. Poi i piccoli re che hanno rimpiazzato Erode e infine le autorità religiose che esercitano il potere sul Tempio. Ma sono proprio loro i protagonisti? In effetti somigliano da vicino alla cornice di un quadro perché la storia decisamente non passa attraverso di loro. Ciò che conta è ben altro: è quella parola che scende su Giovanni, il figlio di Zaccaria, nel deserto. È un messaggio che non deve essere sussurrato, ma gridato. Troppo importante la posta in gioco: Dio stesso entra nella storia degli uomini e ogni uomo sarà chiamato a prendere posizione davanti a lui, ad accogliere o rifiutare la salvezza che offre. Sì, è questa parola la vera novità: ignorarla vorrebbe dire tagliarsi fuori dalla possibilità di incontrare Dio, di lasciarsi trasformare da lui.