«Chiunque vi darà un bicchiere d’acqua… non perderà la sua ricompensa»
INTRODUZIONE
G. – Celebriamo oggi la XXVI Domenica del Tempo Ordinario. La relazione di fede non segue la logica del mondo, e false sono le nostre immagini di Dio quando ci conducono a volerlo assoggettare ai nostri bisogni o desideri. Il credente non può rinchiudere Dio nelle istituzioni o nelle forme di culto entro le quali pur esprime la sua fede. Dio è sommamente libero e la sua volontà non coincide con le nostre pretese, la sua azione di salvezza può arrivare a noi attraverso canali imprevedibili. Il suo Spirito soffia dove vuole e la sua iniziativa trascende ogni istituzione e ogni forma in cui si manifesta la fede stessa: la vera religiosità comporta il lasciare che Dio sia Dio! Come sempre ricordiamo a tutti di spegnere i cellulari e di partecipare alla preghiera con i canti, i testi preposti e senza parlare di altro.
PRESENTAZIONE DEI DONI
G. – Con il pane, il vino, il cesto della generosità e le offerte che raccogliamo nei cestini offriamo al Signore la gratuità dell’essere prossimi.
RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE
G. – Siamo preoccupati delle etichette, affascinati dai distintivi, interessati alle tessere e così, Gesù, ci dimentichiamo di ciò che conta veramente: distinguere il bene dal male, da qualsiasi parte provengano, chiunque sia a compierli. Definiamo i confini del gruppo a cui apparteniamo, dell’associazione che ci riunisce, del partito a cui siamo iscritti e consacriamo tante energie a difendere la nostra bottega, a far riconoscere i meriti che ci spettano, a respingere le accuse infamanti. Sembra quasi che il bene e il male debbano concentrarsi in una sola parte e che i nostri siano i più onesti, i più competenti e i più generosi, coloro che non hanno nulla da spartire con gli errori e le malefatte degli altri. Avviene anche nella Chiesa, Gesù, nelle comunità in cui ci troviamo. Facciamo fatica a riconoscere il bene compiuto da chi non crede, i progetti risolutori realizzati da chi non la pensa come noi o che ci appare addirittura ostile. Tu continui ad aprirci gli occhi e soprattutto ad allargarci lo sguardo. Tu ci trasformi il cuore perché lodiamo e apprezziamo il bene compiuto dagli altri.