– 21 ottobre 2018 –
«Chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore…»
INTRODUZIONE
G. – Celebriamo oggi la XXIX Domenica del Tempo Ordinario. Gesù ha posto tutto se stesso a servizio degli uomini, ha dato la sua vita per noi. Questo annuncio radicato essenzialmente nel vangelo cristiano è difficile da comprendere: come possono la sofferenza e la morte salvare? La risposta, non facile da tradurre in concetti e parole, è però intuibile: tutta la vita di Gesù, gesti e parole, fino alla morte è stata un continuo atto di amore. E l’amore non può finire nel nulla: questa è la base anche per comprendere l’annuncio della risurrezione e la speranza di condividerla con chi ci ha tanto amato. Come sempre ricordiamo a tutti di spegnere i cellulari e di partecipare alla preghiera con i canti, i testi preposti e senza parlare di altro.
PRESENTAZIONE DEI DONI
G. – Con il pane, il vino, il cesto della generosità e le offerte che raccogliamo nei cestini offriamo al Signore la capacità di comprendere il suo vangelo e metterlo all’opera per ogni fratello in difficoltà.
RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE
G. – Gesù, tu non vuoi che la tua Chiesa funzioni al modo delle altre società e adotti gli stessi criteri di comportamento. Tu non accetti che tutto sia regolato da criteri di forza, da quote di potere, dalla logica inossidabile del grande che viene servito, assecondato, accontentato, riverito, e del piccolo che invece deve rassegnarsi a servire e a obbedire. Tu non prevedi per i tuoi galloni da esibire, divise da indossare, gradi da far valere. Se qualcuno ha deciso di rispondere alla tua chiamata, se qualcuno agogna ad essere il primo, tu gli fai una proposta decisamente strana: diventare servo dei suoi fratelli, non servirsi di loro per realizzare i suoi propositi, i suoi intendimenti, ma piuttosto impiegare le proprie energie, le proprie qualità per dare compimento ai loro desideri. Sogno utopistico, impossibile da realizzare? No, perché proprio questa è stata la tua scelta di vita. Tu non hai considerato un privilegio il fatto di essere Figlio di Dio, tu non hai richiesto il trattamento dovuto alla tua dignità, ma hai offerto tutto te stesso, servo che soffre per salvare la moltitudine.