Commento alla XXII Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

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– 2 Settembre 2018 –

 «…Trascurando il comandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uomini»

 

INTRODUZIONE

G. – Celebriamo oggi la XXII domenica del Tempo Ordinario. La scelta di credere comporta una inevitabile tensione tra una fedeltà superficiale ed esteriore a tradizioni fissate dagli uomini e adesione profonda e responsabile alla persona di Gesù e alla sua parola. Questo dilemma pone ogni credente, nel proprio tempo e nel proprio ambiente di vita, in un perenne conflitto tra il “conservare” e il “cambiare” stili e modalità di vive e la fede. Per questo la fedeltà al vangelo di Dio richiede una conversione continua e capacità di andare oltre la tentazione della sicurezza trovata nel formalismo religioso. Di fronte alle “tradizioni”, nelle quali si può concretizzare, nei diversi tempi e ambienti, la fedeltà al Signore, è sempre il vangelo che aiuta a di scernere il vero loro valore. Come sempre ricordiamo a tutti di spegnere i cellulari e di partecipare alla preghiera con i canti, i testi preposti e senza parlare di altro.

PRESENTAZIONE DEI DONI

G. – Con il pane, il vino, il cesto della generosità e le offerte che raccogliamo nei cestini offriamo al Signore la forza di non cadere negli egoismi.

RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE

G. – Come sempre, Gesù, tu ci obblighi a riconoscere i pericoli autentici e liberi la nostra strada dai falsi problemi. Così tu metti il dito nella piaga e ci sottrai ad osservazioni superficiali che hanno l’unico scopo di esonerarci dall’intervenire su noi stessi, su quello che diciamo e facciamo, su quello che ci interessa veramente, su quello che attira le nostre energie. No, non è il male che giunge dall’esterno a rovinarci l’esistenza. A deturparla, a sporcarla, a toglierle la dignità e la bellezza per le quali ci hai creati è quanto ha messo radice nel profondo del nostro cuore ed inquina le nostre parole, i nostri sguardi, le nostre azioni. È l’avidità che ci induce ad ignorare qualsiasi regola. È l’invidia che ci porta a calunniare il nostro prossimo. È la superbia che ci gonfia al punto di trattare gli altri con sufficienza. Sono le voglie insane che ci afferrano e si impadroniscono dell’anima. Signore, quando apriremo gli occhi e ci decideremo finalmente ad estirparle con decisione?