Commento alla Solennità dell SS. Corpo e Sangue di Gesù – Anno B

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 – 03 Giugno 2018 –

 «Prese il pane e recitò la benedizione….»

 

 INTRODUZIONE

G. – Celebriamo oggi la Solennità del SS.mo Corpo e Sangue di Gesù. La liturgia invita a riflettere sul significato del dono che Gesù fa di sé alla sua comunità: corpo e sangue richiamano il dono della sua vita, consumata fino alla fine «per noi e per la nostra salvezza». Nel linguaggio della Bibbia questo mistero rappresenta il grande progetto che Dio va costruendo nella storia degli uomini e che prende il nome di “alleanza”: un patto che Dio ha voluto e continua a volere con l’umanità e, attraverso di essa, con tutta la “creazione”, affinché diventi «un solo corpo» mediante l’amore. L’eucaristia è il “memoriale” di questo eterno progetto divino, che trova realizzazione attraverso Gesù. Una preghiera particolare la vogliamo elevare al Signore anche le famiglie e per i 19 bambini che oggi riceveranno il Sacramento dell’Eucarestia. Li affidiamo al Signore per le mani di Maria perché sappiano sempre comprendere il grande dono che stanno per ricevere. Come sempre ricordiamo a tutti di spegnere i cellulari e di partecipare alla preghiera con i canti, i testi preposti e senza parlare di altro.

PRESENTAZIONE DEI DONI

G. – Con il pane, il vino, il cesto della generosità e le offerte che raccogliamo nei cestini offriamo al Signore l’amore che diventa ricchezza per l’umanità.

RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE

G. – Tu sapevi quello che stava per rovesciarsi su di te e tuttavia eri pronto, deciso ad andare fino in fondo. Non volevi sottrarti miracolosamente alla violenza che si stava scatenando e che ti avrebbe tolto di mezzo. Ma prima di affrontare la passione e la morte, hai voluto offrire ai tuoi il gesto che riassume tutta la tua vita, il gesto che continua a renderti presente, il gesto che accompagna i tuoi discepoli lungo il cammino della storia. Sì, la tua esistenza è stata proprio questo: un pane spezzato per la salvezza del mondo, un pane offerto e donato fino all’ultimo, un pane di felicità e di pace, un pane di solidarietà e di misericordia da condividere come fratelli, figli della stessa famiglia. Perché arrivasse proprio a tutti, il tuo corpo doveva essere frantumato, il tuo sangue doveva sgorgare, essere versato dalla croce. Attraverso il pane e il vino, sui quali ripetiamo le parole di quella sera, tu continui a renderti presente, Gesù, in mezzo a noi, tuoi discepoli. E diventi nostro cibo e nostra bevanda, nostro viatico nel pellegrinaggio terreno, nostro nutrimento per affrontare le difficoltà e raggiungere un approdo di grazia.