“ Prega per comprendere!”
Carissimi,
Nazareth, al tempo in cui accaddero i fatti che la resero celebre, era nome sconosciuto. Terra di frontiera, zona di confine, spartiacque di popoli: “Confine, diceva il cartello. Cercai la dogana. Non c’era. Quando il Cielo, divoratore di confini, mandò un messaggero a recare annuncio di gravidanza, ciò che trovò fu l’esatto contrario di un confine: una ragazza, Maria, prestò il suo grembo perchè l’Eterno avesse la sua porta per entrare ed essere nel mondo con la natura umana. Pochi s’accorsero che, nella casa accanto alla loro, stava mettendo radici una storia ad altissimo indice di ambizione: oggi, ogni volta che si rimette mano al rosario, ci si riallaccia a quella vecchia storia di annunci e sorprese, di umano e divino. Di un Cielo che rende gravido lo stupore di una creatura: “L’angelo del Signore portò l’annuncio a Maria. Ed ella concepì per opera dello Spirito Santo”. A guardarla mentre le si avvicina, Nazareth oggi è ancora un pugno di case aggomitolate sul clivio della collina: botteghe aperte, strade intasate, capitelli di chiese. Il minareto, la basilica, la moschea. Pensarla terra di confine è credere per davvero che quelli che amano tracciare confini tra gli uomini sono gli stessi che, quando andavano a scuola, si vedevano negata la libertà di colorare fuori dai bordi segnati. Nazareth è l’attestazione certa che Dio, quando vuole convertire il mondo, parte sempre dalla periferia, nascosto in storie difficilissime da prevedere, con argomentazioni così illogiche che la logica non può competere. Salvare il mondo, per Cristo, è pitturare fuori dai bordi. Qui, ancora oggi, campeggia il numero civico di Maria. E’ rimasta traccia a disposizione dei cercatori di felicità: “Non esiste nessun attimo della persona e del mondo che non incida sul significato totale” (L. Giussani). Qui – mettete caso che Maria non avesse accettato – il Cielo non avrebbe potuto realizzare i suoi sogni come avrebbe voluto. Nazareth è il punto d’appoggio invocato da Pitagora per sollevare il mondo, è il tallone d’Achille di Lucifero per il quale soccomberà. Ebbene, carissimo figlio di questa terra, tu non sei così sconosciuto o dimenticato. Tu sei come Nazareth, tu sei il luogo dove Dio sceglie di nascere, morire e risorgere. Non lasciar passare invano questa Quaresima, fermati, calcola bene il tuo tempo e poi decidi di vivere la Pasqua. Buon cammino, don Francesco!