Commento alla V Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

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– 4 Febbraio 2018 –

 «Venuta la sera, gli portarono tutti i malati e gli indemoniati…».

 

INTRODUZIONE

G. – Celebriamo oggi la V domenica del tempo ordinario. La guarigione di persone malate è, nel vangelo di Gesù, uno dei segni della presenza del regno di Dio tra gli uomini. Guarendo le persone, nel corpo e nell’anima, Gesù si manifesta come il Salvatore, anticipa la promessa di risurrezione per tutta l’umanità, presente nella sua risurrezione: l’azione dello Spirito di Dio che rinnova la faccia della terra. La guarigione è l’anelito di ogni ammalato, è l’anelito della creazione che sperimenta il limite e la morte. La grande speranza di cui l’esperienza cristiana si fa portatrice, e che la distingue da ogni altra forma di religione, è questa: una vita nuova, una pienezza di vita, la salvezza ad opera di Dio. Il vangelo proclamato oggi nella liturgia conferma, attraverso tre quadri densi di significato, questo annuncio: Gesù è il nostro Salvatore, lui solo è il liberatore dal male che affligge l’umanità. Chi lo accoglie come tale e fa esperienza della sua presenza liberante si trasforma in testimone di questa grande speranza di vita. Come sempre ricordiamo a tutti di spegnere i cellulari, di non fermarsi all’ingresso della chiesa ma di occupare tutti i posti disponibili, di non masticare gomme e di partecipare alla preghiera con i canti, i testi preposti e senza parlare di altro.

PRESENTAZIONE DEI DONI

G. – Con il pane, il vino, il cesto della solidarietà e le offerte che raccogliamo nei cestini offriamo al Signore la voglia di vincere le povertà con la luce del suo amore.

RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE

G. – Nei tuoi gesti, Gesù, c’è tutto il tuo amore e la tua compassione verso una persona malata. Ecco perché tu ti avvicini, ti fai prossimo, vieni accanto: non puoi guarire a distanza, senza essere troppo coinvolto, senza toccare con mano un corpo che soffre, che pena. Ecco perché hai voluto assumere la nostra carne, sperimentare in prima persona quello che passa per le nostre membra, condividere tutto ciò che appartiene alla nostra esistenza umana. Tu prendi per mano come fa un padre con il figlio che non sa ancora orientarsi, come una madre che sostiene il suo passo incerto, come un amico che non ti abbandona quando sei debole, fragile, incapace di rialzarti da solo, di venirne fuori con le tue forze. Tu prendi per mano e manifesti la tua dolcezza e la tua forza, senza ferire, senza umiliare. E rimetti in piedi, accompagni, aiuti ognuno di noi perché ritrovi l’energia per camminare, per andare avanti. Rialzi ora e sei pronto a rialzare ogni volta che cadiamo.