Commento alla II Domenica di Avvento – Anno B

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– 10 Dicembre 2017 –

 «Giovanni proclamava un battesimo di conversione per il perdono dei peccati…»

 

INTRODUZIONE

G. – Celebriamo oggi la II Domenica di Avvento. La speranza cristiana non è attesa vuota, la certezza di avere dalla nostra parte un Salvatore non lascia nell’indifferenza e nell’inerzia. Tutta la Parola che anima la liturgia odierna parla di conversione, di cambiamento. La preghiera autentica, che chiede la venuta del Signore, si confronta necessariamente con la vita quotidiana e con i gesti che possono esprimere la densità dell’incontro atteso: condividere, perdonare, accogliere, aiutare… diventano allora i verbi di una vita di fede che prepara la strada al Signore che viene a salvarci. La conversione cristiana è un cammino di maturazione continua e di trasfigurazione della sua quotidianità alla luce della grazia. In questa seconda settimana saranno il terzo anno e il dopo comunione ad accendere la candela della nostra corona e mediante l’anfora ci ricorderanno l’importanza nel sapere che solo Dio ci battezza in Spirito di verità. Come sempre ricordiamo a tutti di spegnere i cellulari, di non fermarsi all’ingresso della chiesa ma di occupare tutti i posti disponibili, di non masticare gomme e di partecipare alla preghiera con i canti, i testi preposti e senza parlare di altro.

 

PRESENTAZIONE DEI DONI

G. – Con il pane, il vino, il dono natalizio per le famiglie in difficoltà e le offerte che raccogliamo nei cestini offriamo al Signore la capacità di trasformare il buio in luce.

 

RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE

G. – Tu ci vieni incontro, Gesù. E lo fai servendoti di tante occasioni, di avvenimenti piccoli e grandi, di incontri occasionali e imprevisti che ci permettono di trovare un po’ di quella luce e di quella saggezza di cui sei la sorgente inesauribile. Ma noi siamo maledettamente capaci di aggiungere mille ostacoli al percorso che tu compi per raggiungerci. E tutto perché abbiamo paura di dover cambiare, di abbandonare scelte comode, itinerari fin troppo battuti, comportamenti ormai inveterati. Così scaviamo buche servendoci dei nostri sospetti, delle nostre gelosie, del nostro orgoglio: non accettiamo che tu ti riveli in modo semplice e dimesso attraverso i profeti del nostro tempo. Tra te e noi mettiamo ostacoli di ogni specie: abbiamo poco tempo, siamo presi da mille cose e poi facciamo fatica a fidarci fino in fondo di te. Gesù, non permettere che in un modo o nell’altro ti chiudiamo la porta del cuore. Tu vieni a noi con la potenza dello Spirito che trasforma la nostra fragile esistenza.