– 26 novembre 2017 –
«Tutto quello che avete fatto… l’avete fatto a me»
INTRODUZIONE
G. – Celebriamo oggi la solennità di Cristo re dell’universo. Questa festa intende celebrare la centralità di Gesù nella storia umana . In lui trova compimento il progetto di Dio sull’umanità: secondo la felice intuizione di Paolo, il progetto di ricapitolare in lui tutte le cose, quelle del cielo come quelle della terra. Questa convergenza di tutto in Gesù Signore non è però un fatto meccanico, è piuttosto frutto del dialogo salvifico nel quale il Padre offre all’uomo la sua vita divina e sollecita ogni essere umano ad una risposta accogliente: solo attraverso questo dialogo, che ha in Gesù il suo perno e nello Spirito di Dio la sua forza, l’umanità potrà superare divisioni e conflitti per un futuro di pienezza e di riconciliazione. Come sempre ricordiamo a tutti di spegnere i cellulari, di non fermarsi all’ingresso della chiesa ma di occupare tutti i posti disponibili, di non masticare gomme e di partecipare alla preghiera con i canti, i testi preposti senza parlare di altro.
PRESENTAZIONE DEI DONI
G. – Con il pane, il vino, la cesta della solidarietà e le offerte che raccogliamo nei cestini offriamo al Signore la coerenza di una fede che è aiuto e lode.
RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE
G. – Quel giorno, Gesù, a rivelarsi decisive non saranno le dichiarazioni o le professioni di fede che hanno costellato la nostra esistenza. E neppure le belle liturgie a cui abbiamo partecipato. E nemmeno la nostra difesa appassionata dei grandi valori cristiani. Quel giorno varranno solo le opere: quello che abbiamo fatto concretamente per i poveri di turno. Non sarà controllata l’ortodossia della nostra fede e non saremo interrogati sulle formule del catechismo. Il giudizio verterà su azioni concrete come sfamare, dissetare, alloggiare, curare, vestire, visitare. Qualcuno che ha fatto questioni riguardo ai riti o alla lingua, o agli abiti liturgici delle nostre celebrazioni si chiederà che legame c’è tra la religione e il fatto di aver donato pane, acqua, medicine, una casa, un lavoro, un’assistenza. Qualcuno le cui mani sono sempre inesorabilmente pulite avanzerà qualche dubbio su questo tipo di giudizio. E la tua risposta, come sempre, spiazzerà tutti, proprio tutti: «L’avete o non l’avete fatto a me».