«Da ultimo mandò loro il proprio figlio…»
Inizio nuovo anno Pastorale 2017/2018 – Tema: “Ecco, io faccio nuove tutte le cose”.
INTRODUZIONE
G. – Celebriamo oggi la XXVII domenica del Tempo Ordinario e l’inizio del nuovo anno pastorale 2017/2018 con il tema: “Ecco, io faccio nuove tutte le cose”. La “vigna” è nella Bibbia immagine sia della storia del popolo di Israele sia di quella del popolo cristiano: è immagine di un rapporto tra Dio con la sua proposta e l’uomo con la sua risposta; in questa storia a due facce sono sempre possibili elezione e rifiuto. Il popolo “eletto” rifiuta Gesù come messia, ma Dio continua la storia della salvezza in modi nuovi. E tuttavia, anche il popolo cristiano deve confrontarsi con questo “mistero”: la vicenda del rifiuto si può ripetere, nella coscienza di ogni cristiano e nella storia stessa della comunità. La proposta divina infatti richiede sempre una risposta personale. Il tema del nuovo anno pastorale ci porta a prendere parte al cambiamento del nostro credo sentendoci più parte attiva che solo destinatari di questo evento. Come sempre ricordiamo a tutti di spegnere i cellulari, di non fermarsi all’ingresso della chiesa ma di occupare tutti i posti disponibili, di non masticare gomme e di partecipare alla preghiera con i canti, i testi preposti senza parlare di altro.
PRESENTAZIONE DEI DONI
G. – Con il pane, il vino, la cesta della solidarietà e le offerte che raccogliamo nei cestini offriamo al Signore l’amore concreto con chi si trova solo e povero.
RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE
G. – È vero, Gesù, l’arroganza non ha limiti ed è proprio essa che ci induce a trattare come nostra proprietà quella vigna che ci è stata affidata perché porti un frutto abbondante. Eppure c’è una storia d’amore che non possiamo facilmente ignorare: a chi appartiene? chi l’ha piantata? chi l’ha curata e dotata di quello che le era indispensabile? Non è forse il Padre tuo che da secoli non si stanca di venire incontro agli uomini, di entrare nella loro storia, con tutti i rischi che comporta, per realizzare un progetto destinato a portare pace e gioia? È vero, Gesù, c’è anche ingratitudine quando non siamo disposti a riconoscere tutti i doni che abbiamo ricevuto, tutto ciò che non ci siamo meritati eppure è stato posto nelle nostre mani. Come possiamo arrivare a trattar male, addirittura con violenza, quelli che ci segnalano le nostre ingiustizie, i nostri comportamenti orgogliosi, la nostra voglia di spadroneggiare, di fare come se la nostra vita ci appartenesse interamente? Signore, aiutaci a portar frutto nell’operosità e nella riconoscenza!