«Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paraclito…»
INTRODUZIONE
G. – Celebriamo oggi la VI domenica di Pasqua. La missione cristiana non è in primo luogo una iniziativa frutto di decisione umana, ma una risposta al disegno di Dio rivelato in Gesù. Perciò anche nei momenti più difficili, addirittura anche nella persecuzione, la comunità cristiana non è abbandonata a se stessa, ma accompagnata e assistita dalla presenza del Risorto. Gesù continua a custodire i suoi lungo il corso della storia, continua ad assisterli e a guidarli mediante il suo Spirito. Da lui siamo resi collaboratori di Dio nella diffusione della Buona Notizia e nella trasformazione del mondo, per un cammino di crescita nella verità e nell’amore. Cristiani infatti si è non per se stessi, ma per tutta l’umanità. Nel vangelo risuona la promessa di Gesù, che ci assicura di non lasciarci orfani, ma di venire da noi in ogni momento. Le sue parole rivelano il progetto del Padre e allo stesso tempo riempiono di significato nuovo il corso della storia della chiesa, il tempo dello Spirito.Come sempre ricordiamo a tutti di spegnere i cellulari, di non fermarsi all’ingresso della chiesa ma di occupare tutti i posti disponibili, di non masticare gomme e di partecipare alla preghiera con i canti, i testi preposti senza parlare di altro.
PRESENTAZIONE DEI DONI
G. – Con il pane, il vino, la cesta della solidarietà e le offerte che raccogliamo nei cestini offriamo al Signore la ricchezza delle diversità.
RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE
G. – Il tuo amore non poggisolo su belle parole: tu l’hai dimostrato, Gesù, quando hai offerto la tua vita, affrontando la passione ed una morte ignominiosa. Le tue braccia spalancate dall’alto della croce sono il segno eloquente della tua bontà e della tua misericordia. Ecco perché chiedi a noi, tuoi discepoli, di fare la stessa cosa. Vivere da cristiani non signica nutrirsi di nobili sentimenti, ma accogliere ed osservare i tuoi comandamenti, anche quando costa perché chiede di andare controcorrente, di essere presi per ingenui, di essere tacciati di buonismo, di essere considerati dei deboli. Se tutto questo è la conseguenza della nostra fedeltà a te, noi non dobbiamo spaventarci. Tu per primo hai provato su di te, sulla tua pelle, il risentimento dei benpensanti, l’ostilità e la calunnia dei capi e la loro condanna senza appello. È il prezzo da pagare perché nei solchi della storia spuntino i germogli di un mondo nuovo.