G. – La metafora di Gesù «che siede alla destra di Dio» rivela il senso della solennità liturgica dell’Ascensione al cielo che oggi celebriamo con infinita gioia e consapevolezza. Il suo sottrarsi agli occhi del corpo non equivale al venir meno della sua presenza, all’eclissarsi dalla vita dei credenti. Allude piuttosto al nuovo modo di presenza e al significato profondo del suo mistero: Gesù può essere ora riconosciuto come il Figlio, colui che condivide la “gloria” del Padre, che continua a irraggiare su di noi la bellezza di Dio. Per questo può essere chiamato “Signore” e professato «della stessa sostanza del Padre», come formulerà il Credo della Chiesa. L’ascensione di Gesù è fondamento della nostra speranza e risposta alla nostra attesa: «… questo Gesù che è stato assunto di tra voi fino al cielo tornerà un giorno allo stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo!». Il mandato che Gesù lascia ai suoi è riassunto dal vangelo: si tratta ora di annunciare lui a tutti i popoli. La comunità cristiana è impegnata, da questo momento, nella missione alle genti. Perciò caratteristica dei cristiani non è lo stare fermi, ma dopo essere stati all’ascolto della sua parola, rimettersi sempre in movimento per testimoniare che nella storia dell’uomo è sempre in azione Dio.Come sempre ricordiamo a tutti di spegnere i cellulari, di non fermarsi all’ingresso della chiesa ma di occupare tutti i posti disponibili, di non masticare gomme e di partecipare alla preghiera con i canti, i testi preposti senza parlare di altro.
PRESENTAZIONE DEI DONI
G. – Con il pane, il vino, la cesta della solidarietà e le offerte che raccogliamo nei cestini offriamo al Signore la capacità di staccarci dalle cose materiale e rivolgerci verso il cielo.
RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE
G. – Hai dato appuntamento ai tuoi discepoli in quella Galilea dove tutto è cominciato. Proprio lì, in una terra che è crogiolo di razze, luogo di incontri e di scontri, nel mare aperto della storia tu afdi loro una missione che ha dell’impossibile: portare dovunque il tuo Vangelo perché sia conosciuto e vissuto, battezzare cioè immergere ogni credente nella vita divina, nella comunione profonda che unisce te al Padre e allo Spirito Santo. Il compito è veramente arduo, ma tu, Gesù, assicuri ai cristiani di ogni epoca e di ogni regione la tua presenza per tutti i giorni che si troveranno davanti. Ecco perché la festa di oggi, la solennità dell’Ascensione, ci rincuora e ci riempie di gioia. Annunciarti ad ogni uomo non è una passeggiata trionfale, ma un’esperienza densa di ostacoli, un’avventura in cui siamo esposti a fatiche, a pericoli, a rischi. E tuttavia non siamo soli: tu ci accompagni e, poiché vivi al modo di Dio, nessuno dovrà sentirsi abbandonato a se stesso, alla sua fragilità. Il tuo potere, il potere dell’amore, può trasformare la faccia della terra: a noi di diventare strumenti di un progetto meraviglioso di fraternità e di pace.