“Giornata di Preghiera per le Vocazioni”
“Egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori.”
INTRODUZIONE
G. – Celebriamo oggi la IV domenica di Pasqua. L’immagine del pastore richiama l’esperienza di una relazione stretta tra chi ha il compito di guidare e custodire, da una parte, e chi si sente protetto e difeso, dall’altra. È un’immagine biblica, desunta dalla vita pastorale, per indicare la sollecitudine e la cura di Dio nei confronti del “suo popolo”, fatta propria da Gesù per indicare la sua relazione nei confronti di chi avrebbe accettato di seguirlo. Nell’esperienza cristiana, dunque, questa immagine parla della fede, come dono e come compito: la sequela di Gesù non è un passatempo o una moda, ma un cammino nel quale ci si lascia guidare e proteggere e, allo stesso tempo, si è disponibili ad una relazione di fiducia che crea impegno e responsabilità. Gesù si presenta nel vangelo come la “porta” del recinto dove egli ci custodisce e dove è possibile “ascoltare la sua voce” e seguire la sua guida. Egli chiama per nome ognuno che crede in lui e cammina davanti a chi lo segue. Il contrasto tra chi è pastore e chi, invece, è estraneo è decisivo per indicare lo stile di relazione che deve caratterizzare la fede in Gesù. Come sempre ricordiamo a tutti di spegnere i cellulari, di non fermarsi all’ingresso della chiesa ma di occupare tutti i posti disponibili, di non masticare gomme e di partecipare alla preghiera con i canti, i testi preposti senza parlare di altro.
PRESENTAZIONE DEI DONI
G. – Con il pane, il vino, la cesta della solidarietà e le offerte che raccogliamo nei cestini offriamo al Signore ciò che riceviamo quotidianamente.
RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE
G. – C’è una storia, Gesù, che anch’io posso e debbo raccontare, se voglio essere un autentico testimone. È la storia del mio incontro con te, un’esperienza unica e personale che sembra avvenuta quasi per caso e invece fa parte di un disegno misterioso. Non ho visto accendersi improvvisamente dei fari, né ho inteso, ingigantito da un megafono, un messaggio forte e chiaro, di cui ero il destinatario. Tutto è avvenuto in modo semplice, senza alcun contrassegno straordinario, eppure nel profondo del cuore ho sentito una parola che era solo per me, una parola colma d’amore, che mi leggeva dentro, senza umiliarmi, una parola piena di fiducia e di misericordia. La tua voce, flebile e dolce, come una brezza leggera, mi ha strappato all’incertezza di desideri contrastanti e mi ha convinto a lasciarmi guidare da te per sentieri sconosciuti. Non hai forzato la mia libertà, mi hai chiesto di continuare a cercare. a pormi domande, ma seguendo i tuoi passi ho trovato la pace dell’anima, quella che permette di attraversare deserti sabbiosi e luoghi impervi, senza perdere mai l’orientamento.