14 Aprile 2017
“Gesù, portando la croce, si avviò verso il Golgota.”
INTRODUZIONE
G – «Tutto è compiuto!». La Passione di Cristo è il punto di convergenza di tutta la sua vita, Gesù l’ha chiamata: la sua “ora”, il suo “battesimo”. L’ha scelta liberamente in obbedienza al Padre e per amore degli uomini. Oggi, Venerdì Santo, noi tutti che apparteniamo al popolo sacerdotale della nuova ed eterna Alleanza, con raccoglimento pieno di venerazione, fissiamo gli occhi sulla Croce. Davanti a Gesù che muore in croce per noi non resta che il silenzio. Un silenzio che ci aiuti a riconoscere il nostro peccato, ma anche il dono della salvezza che Dio ha operato in Cristo Gesù. I tre momenti della Liturgia che ci apprestiamo a celebrare (la proclamazione della Passione, l’ostensione della Croce e la distribuzione dell’Eucaristia che stanotte abbiamo adorato) esprimono il massimo della sobrietà, perché i nostri occhi possano contemplare in pienezza l’essenziale dono di amore di Cristo sulla croce per la salvezza di tutti gli uomini di ogni tempo. Don Francesco questa sera compirà un altro gesto molto antico e di profondo significato spirituale. Entrerà e vivrà tutta l’azione liturgica scalzo, senza scarpe per offrire al Signore la sua partecipazione per i tantissimi che in questi giorni si sono accostati alla Confessione affinchè questo non resti solo un semplice episodio ma realmente la volontà alla conversione in previsione della S. Pasqua. Insieme ai ministri, che silenziosamente si porteranno davanti all’altare, oggi messo a nudo, prostriamoci in silenzio e con profonda umiltà, riconoscendoci impotenti davanti al peccato, causa di morte. Lasciamo che il nostro cuore si apra a Colui che ci ha amato fino in fondo, “spezzando” la sua vita per noi! Partecipiamo attivamente, con raccoglimento, spegniamo i cellulari e viviamo i tre momenti di questo giorno santo. Durante la prostrazione dei ministri ci metteremo in ginocchio.
PREGHIERA UNIVERSALE
G – Come le braccia del Crocifisso si estendono a ogni uomo, anche noi vogliamo presentare al Signore tutta l’umanità. La nostra preghiera oggi vuole essere veramente universale e raccogliere ogni aspetto della vita. Inizialmente verrà proposta un’intenzione di preghiera. In un breve momento di silenzio ognuno di noi rivolgerà la sua attenzione alle persone per le quali stiamo pregando. Il presidente raccoglierà nell’orazione la preghiera di tutti presentandola a Dio.
OSTENSIONE DELLA CROCE
G – Dopo l’ascolto della Parola ci disponiamo ora ad adorare la croce che, da strumento di tortura, è diventata segno paradossale di quel Dio che distrugge ogni violenza e sceglie di raggiungere ogni cuore. Saremo invitati a venerare la croce acclamando insieme: Venite, adoriamo. Ognuno di noi poi in silenzio potrà recarsi davanti al Crocifisso. È un cammino di riconoscenza e un gesto di affetto. È un percorso di perdono e un gesto di supplica. È un itinerario di conversione e un gesto di adorazione. È un gesto di impegno e di abbandono.
RINGRAZIAMENTO
G. – Per questo sei venuto, Gesù, per portare a compimento un progetto d’amore che il Padre ti ha affidato. Hai reso palpabile la sua tenerezza per i piccoli, i poveri, i disagiati, hai fatto sperimentare la sua bontà che guarisce, risana, richiama in vita. Hai acceso la speranza anche in coloro che erano rassegnati all’ineluttabile. Hai annunciato ai peccatori un perdono che libera dalle catene del peccato, hai aperto orizzonti nuovi alle creature prigioniere di condanne senza appello. Proprio per questo hai dovuto pagare un prezzo altissimo: contro di te si sono scatenate le forze devastanti del male, ma tu non hai rinunciato ad andare fino in fondo. Così hai offerto la tua vita, colpito da una condanna ingiusta, segnato da insulti e da scherni, abbandonato anche dai tuoi amici. Il tuo dono lo hai fatto a tutta l’umanità: il sangue e l’acqua che scendono dal tuo fianco sono il simbolo di una rigenerazione che raggiunge tutti coloro che volgono lo sguardo e il cuore verso di te, tutti quelli che ai piedi della tua croce accettano di riconoscere il proprio peccato e di lasciarsi trasformare dalla tua grazia.
CONGEDO
G. – Questa liturgia si conclude con una preghiera di benedizione. Ci congediamo poi in assoluto silenzio. È il silenzio del Sabato santo, il giorno nel quale sostiamo in preghiera davanti al sepolcro di Gesù. È il silenzio della storia in cui il Signore è presente in mezzo a noi, ma come un seme che nel tempo porta frutto. È il silenzio della speranza che sa attendere l’alba che sboccia sempre da una notte. È il silenzio della terra alla quale è affidato il corpo del Crocifisso. Entriamo così nel secondo giorno del Triduo pasquale. Raccomandiamo a tutti di uscire dalla chiesa in silenzio assoluto, senza salutare o parlare. All’uscita della chiesa ci saranno due cestini all’interno dei quali metteremo il frutto del nostro odierno digiuno. Come da antica tradizione tutte le offerte che si raccolgono in questo giorno saranno mandate in terra Santa per custodire i luoghi dove Gesù è nato, cresciuto, morto e risorto. A nome della Chiesa grazie a tutti per la generosità.