23 Aprile 2017
“Tommaso rispose a Gesù: «Mio Signore e mio Dio!»”
INTRODUZIONE
G. – Celebriamo oggi la II domenica di Pasqua. La comunità dei discepoli di Gesù cresce nella misura in cui essi scelgono e percorrono la “via” che egli ha loro indicato. I primi discepoli sono detti “perseveranti”: essi perseverano nell’ascolto della parola, nello “spezzare il pane”, nel lodare Dio e nel costruire una comunità capace di annunciare e di rendere visibile quella relazione pacifica e riconciliata che Gesù ha reso possibile. Anche per noi, oggi, diventa importante tornare a guardare a queste nostre radici, tornare agli inizi, attraverso un saldo collegamento con coloro che ci hanno consegnato la fede in Gesù. La chiesa cristiana, infatti, ha questo come compito principale: continuare nel tempo, in ogni tempo, l’opera iniziata da Gesù. Il saluto che il Risorto rivolge ai suoi discepoli, e che il vangelo trasmette a tutti coloro che lo accolgono, parla di “pace”. Questa pace è capace di vincere ogni paura e ogni chiusura: le porte sbarrate, dietro le quali sono descritti i primi discepoli, e la loro paura sono vinte dall’incontro con Gesù che porta loro quella pace che nasce da una comunione vera. Come sempre ricordiamo a tutti di spegnere i cellulari, di non fermarsi all’ingresso della chiesa ma di occupare tutti i posti disponibili, di non masticare gomme e di partecipare alla preghiera con i canti, i testi preposti senza parlare di altro. Buona celebrazione!
PRESENTAZIONE DEI DONI
G. – Con il pane, il vino, la cesta della solidarietà e le offerte che raccogliamo nei cestini offriamo al Signore che ha vinto la morte l’aiuto concreto per vincere le povertà.
RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE
G. – Anche a me tu domandi, Signore Gesù, di percorrere lo stesso itinerario che ha condotto Tommaso alla fede, ma senza poter – come lui – vedere e toccare. Mi chiedi di accogliere la testimonianza di quelli che mi hanno preceduto: la loro gioia, le loro certezze, il loro entusiasmo, le loro parole. Mi inviti ad accogliere il dono dello Spirito, soffio rigeneratore, che mi hanno trasmesso perché la mia vita acquisti uno slancio nuovo. Certo, anch’io, come Tommaso, mi porto dentro dubbi che vorrei fugati per sempre, desideri che attendono di essere presi sul serio. E mi accade di non poter sperimentare una presenza fisica, che dovrebbe offrirmi una sicurezza assoluta. Tu, però, non mi lasci solo con la mia fatica, metti sul mio cammino tanti segni che mi rincuorano e mi spingono a non fermarmi, ad andare avanti. E, soprattutto, mi fai considerare questo mio avanzare senza timore come una vera beatitudine che abita ogni credente. Fidarmi di te, a questo punto, diventa uno slancio che cancella di colpo ogni reticenza e anch’io ti dico: Mio Signore e mio Dio!