Commento alla IV Domenica di Quaresima – Anno A

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26 Marzo 2017 – Domenica Laetare

 «Gesù passando vide un uomo cieco dalla nascita…»

INTRODUZIONE
C –  Celebriamo oggi la IV domenica di Quaresima. La liturgia di metà quaresima invita le comunità cristiane a gioire. In che consiste la vera gioia cristiana? Non può essere certo identificata con un piacere fisico, ma costituisce quello stato d’animo di serenità e sicurezza che nasce dalla consapevolezza che Dio ci guida nel nostro cammino. L’immagine oggi ricorrente nella Parola è quella della luce: col battesimo siamo passati dalle tenebre alla luce, vediamo il senso della nostra vita nella luce di Cristo, siamo chiamati ad essere noi stessi luce per altri. Per questo la nostra testimonianza deve darci e dare gioia, poiché il cammino verso la Pasqua non sfocia nel buio del nulla, ma nella luce del Risorto. Il racconto del cieco guarito, nel Vangelo, ci è proposto come un “segno” per la nostra fede: si tratta di un incontro con Cristo che è luce e che fa uscire dalla tenebra. Siamo invitati a rileggere la storia narrata ad un livello più profondo rispetto al semplice riacquisto della vista fisica: l’identità più vera di Gesù è qui quella del rivelatore di Dio per tutti coloro che lo accolgono. Nel racconto. I ragazzi del terzo anno di cresima porteranno all’altare una lampada per aiutarci a comprendere anche come dall’Eucarestia nasce il servizio ai fratelli bisognosi tante volte lasciati nel buio dell’indifferenza. Come sempre ricordiamo l’educazione di spegnere i cellulari, di partecipare alla preghiera anche con i canti e di non parlare durante la celebrazione.

PRESENTAZIONE DEI DONI

G. – Con il pane, il vino, il cesto di solidarietà e le offerte raccolte nei cestini presentiamo al Signore il frutto della nostra penitenza quaresimale.

RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE

G. – Non si viene alla luce da soli, con le proprie forze, Gesù. È nostra madre che, nei dolori del parto, ci ha espulso dal suo grembo perché cominciasse la nostra vicenda di figli degli uomini. Sei tu che ci hai condotto attraverso zone oscure perché vivessimo l’avventura della fede. Senza la tua luce ognuno di noi rimane immerso nella sua oscurità, come un cieco che non è in grado di cogliere la bellezza del giorno, di cui resta dolorosamente privo. Senza la tua luce ognuno di noi continua a brancolare per le strade del mondo, andando a tentoni, senza sicurezza, in balìa degli ostacoli che rendono arduo e pericoloso il suo cammino. Ma come far capire che cos’è la tua luce a chi ritiene di vederci bene e di non aver proprio bisogno di te? Tu dissipi i nostri crucci, la voglia di riuscire a convincere della bontà della nostra scelta. Tu ci inviti a dire la nostra gioia, ma con mitezza, senza pretese. Tu ci fai attraversare con semplicità anche le zone dell’opposizione, del contrasto, del rifiuto perché ci concentriamo sulla nostra adesione a te, per dirti anche noi come il cieco: “Credo, Signore!”.