Commento alla XXVIII Domenica del Tempo Ordinario – Anno C

Domenica 9 Ottobre 2016

 « Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio…»

 

INTRODUZIONE

G. – Celebriamo oggi la XXVIII Domenica del Tempo Ordinario. La celebrazione dell’eucaristia è continuo richiamo al dovere cristiano della gratitudine. Di essa parla a noi, infatti, la parola evangelica di oggi. È vero che il dono gratuito della salvezza di Dio è cosa diversa dalla gratitudine umana, ma fra di esse c’è continuità. È anche vero che una cultura, quale è la nostra, in cui gran parte dei rapporti sono basati sull’utile e il profitto, rende difficile contemplare e vivere nel profondo la gratuità dell’amore di Dio a noi donato. E, di conseguenza, diventa difficile anche imparare a essere a lui grati e ad esprimere in modo consapevole la nostra gratitudine. L’eucaristia è, in questa prospettiva, un aiuto: non si tratta di una pratica qualunque di culto, tanto meno una legge da osservare per mettere a posto la coscienza, ma è l’azione di grazie che nasce da una gioia interiore per essere stati amati e salvati senza condizioni. Raccontando la guarigione dei lebbrosi ad opera di Gesù, il Vangelo richiama la nostra attenzione sulla gratitudine di uno solo, e per di più straniero, un samaritano. Il suo grazie a Gesù nasce in primo luogo da una fede vera, che si esprime nella lode a Dio e nel riconoscere in Gesù il suo amore salvante. Gesù stesso gli conferma: «Alzati e va’; la tua fede ti ha salvato». Questa gratitudine è dunque l’atteggiamento fondamentale della persona credente, che scopre come la salvezza non sia conquista, ma grazia. Come sempre ricordiamo l’educazione di spegnere i cellulari, di partecipare alla preghiera anche con i canti e di non parlare durante la celebrazione.

PRESENTAZIONE DEI DONI

G. – Con il pane, il vino, il cesto di solidarietà e le offerte che raccogliamo nei cestini offriamo al Signore la nostra fragilità per rinascere dal suo amore misericordioso.

RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE

G. – Non siamo immuni da fragilità e da errori e tuttavia, Signore Gesù, continuiamo a giudicare severamente il nostro prossimo. Non siamo capaci di vivere secondo la tua Parola e spesso ci lasciamo afferrare dalla paura e dal timore di dichiararci tuoi seguaci. Eppure non possiamo fare a meno di riconoscere i tuoi doni e di venire a dirti grazie nella santa assemblea. Tu sei il dono più grande che Dio poteva farci: in te ci ha rivelato il suo amore straordinario e smisurato ed ha aperto davanti a noi la via della speranza, ci ha offerto la sua stessa vita, ci ha rivelato il suo volto. Miserie piccole e grandi continuano ad affliggerci, ma tu continui a sanarci e non ti stanchi mai di liberarci da tutto quello che ci rende malati e toglie smalto alla nostra esistenza. Non permettere che ci dimentichiamo della tua generosità. Liberaci dall’ingratitudine di chi dà tutto per scontato e dovuto e aprici alla gioia di ricevere e di trasmettere i tuoi doni. Come Comunità parrocchiale oggi diamo il via anche al nuovo anno pastorale con il tema: Felici di essere…. L’uomo è stato pensato da Dio per essere felice in quanto creatura amata ma il peccato lo disarma e cerca di farlo ripiegare su se stesso per dannarlo. Noi ci impegneremo a vivere il senso opposto e vinceremo la tristezza del peccato con la gioia della Grazia.