Domenica 10 Luglio 2016
«Un samaritano gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino!»
INTRODUZIONE
G. Celebriamo oggi la XV Domenica del Tempo Ordinario. La liturgia ci invita a riflettere sul centro del vangelo di Gesù: solo nell’amore autentico possiamo incontrare Dio. La parabola del samaritano buono è la risposta a tanti nostri interrogativi. Chi è “giusto” davanti a Dio? Oggi non c’è più divergenza tra i cristiani sul fatto di riconoscere il primato di Dio nel rendere giusto l’uomo peccatore, il quale, se accoglie la grazia e si converte, mostrerà il cambiamento della sua vita proprio con le opere buone. La fede, se è autentica, tende sempre a manifestarsi nell’amore, perché è accettazione della redenzione già avvenuta in Cristo Gesù. Chi dimostra amore agli altri, perciò, rivela Dio, rende manifesto il volto della sua giustizia: comunica una salvezza che le tecniche umane non sanno dare, costruisce vita proprio là dove queste tecniche falliscono. Solo trasformandoci nel samaritano che Gesù è diventato per noi, possiamo incontrare veramente Dio nella nostra esistenza. Come sempre ricordiamo di spegnere i cellulari, di non fermarsi all’ingresso della chiesa, di non parlare durante la celebrazione e di partecipare alla preghiera con fede e ardore.
PRESENTAZIONE DEI DONI
G. – Con il pane, il vino, il cesto di solidarietà e le offerte che raccogliamo nei cestini offriamo al Signore la nostra volontà ad accogliere la sua Parola per risanare le ferite dell’uomo.
RINGRAZIAMENTO ALLA SANTA COMUNIONE
g. – Chi prende sul serio la tua parola lo sa bene, Gesù: non si può amare come tu vuoi senza esporsi, senza rischiare, senza mettere a repentaglio i nostri programmi e il nostro tempo, la nostra sicurezza e le nostre risorse. Non è un tuo discepolo chi pretende di vivere calmo e tranquillo, pensando solo ai fatti suoi, ignorando chi ha bisogno di un soccorso urgente perché altrimenti è in pericolo la sua stessa vita. Non è un cristiano chi si illude di continuare a coltivare i suoi pregiudizi e i suoi sospetti, concedendosi il lusso di escludere quelli che gli sono antipatici, quelli che non gli vanno a genio, quelli che non appartengono alla cerchia dei familiari, dei parenti, dei connazionali. Non può partecipare alla vita eterna chi non ha preso a cuore la sorte degli uomini e delle donne, suoi fratelli, che non possono venir fuori da soli dalla miseria e dall’abbandono, che non riescono a farcela con le loro forze perché il disagio, la malattia, l’infermità hanno minato i loro giorni. Signore Gesù, donaci la gioia di fare come il buon samaritano, senza crederci degli eroi, senza attenderci diplomi e medaglie, paghi solo di aver amato come tu vuoi.