Commento alla Solennità dell’Epifania – Anno C

6 Gennaio 2016

“Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo”

INTRODUZIONE
G – La Comunità cristiana celebra oggi il “mistero di cui il Padre ci ha fatto partecipi”: una moltitudine di popoli e di lingue accoglie Cristo, nel quale l’umanità ritrova la sua unità. Questa immagine aiuta non solo a celebrare, ma soprattutto a testimoniare una dimensione essenziale dell’esperienza cristiana: la chiamata universale alla salvezza, che ci viene offerta in Gesù Cristo. L’annuncio del “regno di Dio” è il centro della rivelazione che trova il suo compimento in Gesù. Da questo annuncio nasce la speranza di un mondo unito nella pace-shalom offerta in Gesù: che questa speranza diventi sempre più realtà è cosa che richiede anche la nostra collaborazione. Il racconto della visita dei Magi rappresenta quasi un’anticipazione rispetto al mandato missionario di Gesù che conclude il vangelo di Matteo: anche qui, da un lato all’altro, si indica l’universalità della salvezza in Gesù Cristo e, dall’altro, è messa in luce la novità della sua manifestazione, in vista di una adesione completa al Vangelo da parte di tutta l’umanità, così da formare come un’unica Comunità, la Comunità dei chiamati alla salvezza. Come sempre ricordiamo l’educazione di spegnere i cellulari, la necessità di non fermarsi all’ingresso della chiesa (occupando tutti i posti disponibili) e la coerenza di partecipare alla preghiera senza distrarsi e distrarre parlando di altro.

PRESENTAZIONE DEI DONI
G – Presentiamo al Signore il pane, il vino, i segni della nostra carità verso i più bisognosi e le offerte che raccogliamo nei cestini perché quanto stiamo vivendo ci apra sempre più all’attenzione agli altri.

RINGRAZIAMENTO ALLA COMUNIONE
G – Da quando ti abbiamo incontrato, Gesù, la vita non è più quella di prima: ansie ed affanni scompaiono come neve al calore del sole e sorge una gioia profonda più forte di qualsiasi difficoltà. Perché piangersi addosso per aver affrontato un lungo cammino, disseminato di ostacoli? Non valeva la pena tentare l’avventura, abbandonare le nostre case e le regioni da sempre conosciute? La gioia che riceviamo fa scomparire i momenti di paura e disorientamento e i rischi affrontati nel lungo percorso. Era opportuno, allora, portarsi dentro quella domanda rivolta ad ogni uomo e formulata anche davanti al sanguinario Erode. Era giusto fare la parte degli ingenui, degli sprovveduti che ignorano tante pagine del Libro sacro e che non hanno paura di cercare con ostinazione la risposta decisiva. Ed era buona cosa accogliere le indicazioni fornite da uomini dotti e rimettersi per strada finalmente certi di incontrarti là dove tu davi loro appuntamento. La gioia che doni va ben oltre la nostra immaginazione e ci guida per altre strade, del tutto inedite.