Commento alla II Domenica del Tempo Ordinario – Anno C

102° Giornata Mondiale di Preghiera per i Migranti e i Rifugiati
17 Gennaio 2016

“La Madre di Gesù gli disse: non hanno più vino”

INTRODUZIONE
G – Celebriamo oggi la II domenica del tempo ordinario. L’immagine del matrimonio per parlare dell’alleanza di Dio con il suo popolo ha assunto una carica simbolica in tutta la letteratura profetica e anche nella tradizione cristiana. Il “segno” compiuto da Gesù a Cana rimanda all’annuncio del regno di Dio presente in e attraverso Gesù. Cana è l’inizio dei “segni” che ci interpellano, il principio di una base di essa, ad una nuova “comunità”, perché, porta l’umanità a condividere la vita di Dio e la gioia che nasce da questa partecipazione. Questo segno richiede la fede, e i discepoli sono i primi a riconoscere la “gloria” di Dio manifestata in lui e a intraprendere questo cammino di fede, nel quale noi oggi ci troviamo. In questo contesto di preghiera viviamo anche la 102° Giornata Mondiale e Diocesana di Preghiera per i Migranti e i Rifugiati dal tema: Migranti e Rifugiati ci interpellano: La risposta del Vangelo della Misericordia. Lasciamoci illuminare dallo Spirito d’Amore perché ciascuno si impegni ad accogliere e a sostenere chi fugge dalla guerra, dalla fame, dalla violenza o in cerca di un futuro migliore con un lavoro onesto e degno dell’individuo. Come sempre ricordiamo l’educazione di spegnere i cellulari, la necessità di non fermarsi all’ingresso della chiesa (occupando tutti i posti disponibili) e la coerenza di partecipare alla preghiera senza distrarsi e distrarre parlando di altro.

PRESENTAZIONE DEI DONI
G – Presentiamo al Signore il pane, il vino, i segni della nostra carità verso i più bisognosi e le offerte che raccogliamo nei cestini perché l’amore e l’accoglienza condivisa siano i valori del nostro quotidiano.

RINGRAZIAMENTO ALLA COMUNIONE
G – una festa di nozze non è un appuntamento qualsiasi. Va preparata con cura perché si tratta di un momento importante per gli sposi e per le loro famiglie. E anche quel giorno, Gesù, nulla era stato lasciato al caso. E tuttavia in ogni festa, organizzata dagli uomini, prima o poi viene a mancare il vino che rallegra il banchetto. Tutto rischia di andare a gamba all’aria; l’allegria si spegne di colpo, i bicchieri inesorabilmente vuoti fanno morire la voglia di cantare e tanta fatica, tanti preparativi appaiono destinati al fallimento. Si, dobbiamo ammetterlo: alle nozze da noi organizzate con cura c’è un vino che prima o poi finisce. E nelle nostre anfore possiamo solo mettere dell’acqua. Sei tu Gesù, l’unico che può trasformare quell’acqua in vino e inaugurare una festa che non ha fine, perché sei tu lo Sposo dell’umanità, venuto a donarle la tua stessa vita, sei tu lo Sposo che le offri una misericordia senza limiti, sei tu lo Sposo che accendi il cuore con amore che non viene meno. Tu solo puoi cambiare la nostra acqua nel vino buono di una gioia smisurata.