6 Dicembre 2015
La parola di Dio venne su Giovanni nel deserto
INTRODUZIONE
G – Celebriamo la II domenica di Avvento. Questo tempo liturgico è caratterizzato da modelli concreti di attesa: oggi ci concentriamo sulla figura di Giovanni il Battista. Egli annuncia un battesimo di conversione, per il perdono dei peccati. E’ un annuncio che proviene dall’alto, un’iniziativa che ha la sua origine in Dio, di cui il profeta si rende portavoce. Se la conversione chiama in causa la libertà dell’uomo, la sua risposta all’iniziativa di Dio, il perdono dice che anche Dio, nella sua libertà, viene incontro all’uomo per rinnovare in continuazione la sua alleanza. Questa domenica sull’albero della vita insieme ai fiori colorati ci accompagneranno nella nostra riflessione sulle opere di misericordia i ragazzi del 1 e 2 anno di Cresima con il fiore viola ci invitano a comprendere che misericordia è Dono e Condivisione partendo dall’atteggiamento che dar da mangiare agli affamati e da bere agli assetati è una questione di volontà e di amore. Come sempre ricordiamo l’educazione di spegnere i cellulari, la necessità di non fermarsi all’ingresso della chiesa (occupando tutti i posti disponibili) e la coerenza di partecipare alla preghiera senza distrarsi e distrarre parlando di altro.
PRESENTAZIONE DEI DONI
G – Presentiamo al Signore il pane, il vino, i segni della nostra carità verso i più bisognosi e le offerte che raccogliamo nei cestini perché ciascuno sappia donare con la stessa gioia con cui gli viene donato.
RINGRAZIAMENTO ALLA COMUNIONE
G – In questo momento particolare di questa nostra storia, mentre Roma domina con la forza delle sue legioni e impone il suo volere su tutti i popoli sottomessi, accade qualcosa che sfugge allo sguardo dei grandi. C’è un compimento che si prepara e nulla è lasciato al caso. C’è un avvenimento ormai vicino e non può essere ignorato. Ecco perché la Parola di Dio scende su Giovanni, il profeta e lo raggiunge in pieno deserto. E un grido si alza nella regione del Giordano: annuncia la tua venuta, Gesù, e invita a preparare i cuori. A togliere di mezzo gli ostacoli che impediscono di incontrarti. Non mancano i potenti di turno: dall’imperatore fino ai sommi sacerdoti, orgogliosi del loro ruolo sacro, passando per il procuratore e per i piccoli re soddisfatti della loro fetta di potere. Ma cosa sono in fondo? Sono la cornice caduca di una realtà che li supera da ogni parte: un disegno di salvezza che rende scialbi e ridicoli i loro piccoli progetti di gloria. Se qualche volta la povera gente è morta di fame o di sete, ciò non è avvenuto perché Dio non si è preso cura di loro, ma perché non siamo stati strumento di amore nelle sue mani per far giungere loro il pane, l’acqua, il vestito necessari. Ogni essere umano che si trova in quella situazione assomiglia a Cristo nella sua solitudine; e quella è la parte più dura, la vera fame e sete. Il giubileo della misericordia ci aiuti a rompere questi sistemi consumistici, l’avvento che ci prepara al Natale allarghi cuore e animo per rendere concreto tutto ciò e accogliere realmente il Verbo di Dio che si incarna nella nostra storia.