Commento alla XXVIII Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

11 Ottobre 2015

Possiamo valutare le cose terrene ed eterne,
e diventare liberi e poveri per il tuo regno

INTRODUZIONE
G – Celebriamo oggi la XXVIII Domenica del Tempo Ordinario. La vita ha innumerevoli beni e può offrire inestimabili ricchezze. Salomone e il giovane ricco sono due figure a confronto, due esperienze parallele, due risposte opposte che la Liturgia odierna ci presenta. Entrambi avevano beni, entrambi sapevano apprezzarli. Salomone è pronto a lasciarli da parte per un bene maggiore: la Sapienza. Ma proprio per questo gli viene poi donato tutto quello a cui era pronto a rinunciare: l’avrebbe goduto senza l’attaccamento del cuore e non avrebbe ostacolato il disegno di salvezza. Salomone ci insegna a fare una scala di valori, a sapere, a conoscere e ad essere in grado di scegliere ciò che ha priorità nella nostra vita, ovvero che è essenziale. Solo questo deve essere chiesto, perseguito, ricercato con tenacia… Invochiamo con tutto il cuore questo dono dallo Spirito Santo. Celebriamo oggi nella nostra Comunità anche l’inaugurazione del nuovo anno Migrantes a livello diocesano. In questo tempo della misericordia come Chiesa locale e cristiani battezzati vogliamo avere sempre più attenzione e una mano tesa per tutti coloro che migrano e per i rifugiati a causa delle guerre. Come sempre ricordiamo l’educazione di spegnere i cellulari, la necessità di non fermarsi all’ingresso della chiesa (occupando tutti i posti disponibili) e la coerenza di partecipare alla preghiera senza distrarsi e distrarre parlando di altro.

PRESENTAZIONE DEI DONI
G – Il pane, il vino, il cesto della solidarietà e le offerte che raccogliamo nei cestini presentiamo all’altare tutte le ricchezze della terra perché il Signore li trasformi in Amore per ogni creatura.

RINGRAZIAMENTO ALLA COMUNIONE
G – In quella sorta di vettura che è la nostra esistenza, tu, Gesù, non vuoi costituire quello che si chiama un optional: prezioso, importante, ma non decisivo, indispensabile. Tu chiedi ai tuoi discepoli di riconoscerti come l’unico, il solo Signore della loro esistenza, davanti al quale ogni cosa e ogni persona passano in secondo piano. Ecco perché la ricchezza rappresenta un vero e proprio handicap, una sorta di zavorra di cui, al momento debito, ci si deve sbarazzare se si vuol restare fedeli al Vangelo. Perché arrivano momenti in cui scegliere te, Gesù, vuol dire essere disposti a perdere qualunque altro bene. Perché, prima o poi, ci si accorge che non è possibile conservare te assieme a mille altre realtà. Liberami, allora, Signore, da tutto ciò che rappresenta una ricchezza: dai miei beni, da quello che ho accumulato, dalle mie qualità, che considero un tesoro con cui procurarmi vantaggi, dalla voglia di imporre le mie idee, di segnalare le mie competenze, di essere riconosciuto ed apprezzato. E donami di abbandonarmi a te senza preclusioni, senza remore. Aiutaci anche nell’avere il senso dell’accoglienza come motore della nostra esistenza. Non permettere che le logiche moderne e i fuorvianti discorsi della società opulenta ci attanaglino il cuore facendoci essere lontano da chi, per varie motivazioni, è costretto a lasciare la propria nazione, le proprie usanze i propri affetti in cerca di speranza. Donaci la capacità di essere prossimo di tutti nel rispetto e nella condivisione di ogni ricchezza che è data dalla diversità dei popoli.

Scarica il File