Commento alla XXV Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

20 Settembre 2015

Donaci la sapienza che viene dall’alto, perché accogliamo la parola del tuo Figlio
e comprendiamo che davanti a te il più grande è colui che serve

INTRODUZIONE
G – Celebriamo oggi la XXV Domenica del Tempo Ordinario. Da primo che era, Gesù si è fatto ultimo e ha scelto di essere servo di tutti. Tale mentalità risulta incomprensibile anche agli stessi discepoli, i quali discutono piuttosto sulle loro pretese superiorità. Essi devono, invece, imparare dal Maestro quella sapienza che viene dall’alto, la quale può rendere gli uomini miti costruttori di pace. Al contrario, la sapienza terrena che guida gli empi è fonte di violenza e di oppressione, di arroganza e prepotenza. Il giusto rischia seriamente di esserne vittima, eppure non cessa di confidare nel Signore, sapendo che il frutto di giustizia maturerà certamente per chi fa opera di pace. Invochiamo l’Amore del Signore perché questa celebrazione della Pasqua settimanale faccia maturare in noi lo spirito di umiltà e di servizio, per essere grandi agli occhi di Dio e non a quelli degli uomini. Come sempre ricordiamo l’educazione di spegnere i cellulari, la necessità di non fermarsi all’ingresso della chiesa (occupando tutti i posti disponibili) e la coerenza di partecipare alla preghiera senza distrarsi e distrarre parlando di altro.

PRESENTAZIONE DEI DONI
G – Il pane, il vino, il cesto della solidarietà e le offerte che raccogliamo nei cestini presentiamo al Signore la nostra vita perché Egli la renda disponibile, nell’umiltà e nel servizio e senza alcuna riserva, alla testimonianza del Suo Amore.
RINGRAZIAMENTO ALLA COMUNIONE
G – È duro, Gesù, rinunciare alla mia voglia di primeggiare, al mio bisogno di emergere, alla mia sete di potere, di condurre gli altri per strade da me tracciate, e accettare la tua logica che stravolge completamente tutto. È difficile, Gesù, scegliere il ruolo meno ambito, il servizio più umile e faticoso, la missione meno gloriosa e accettare il posto degli ultimi, dove non arriva la luce dei riflettori, né la segnalazione ad onorificenze. Eppure, Gesù, è questa la logica che ha guidato tutta la tua vita: ti sei fatto piccolo e povero, hai donato attenzione e importanza ai sofferenti, ai peccatori, agli emarginati, non hai cercato il favore dei potenti, il sostegno di quelli che contano. Proprio per questo sei stato rifiutato, calunniato e calpestato, criticato e condannato e hanno tentato di toglierti di mezzo. Come ammettere, infatti, che la logica di Dio sia così contraria alla logica degli uomini? Come aderire ad una salvezza che si realizza attraverso la croce, una pienezza che prevede lo svuotamento, una gioia che passa per il sacrificio, una risurrezione che viene dopo una morte straziante?

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