Commento alla XXIII Domenica del Tempo Ordinario – Anno B

6 Settembre 2015
VII Anniversario dell’Ordinazione Presbiterale di don Francesco

Si sciolgano le loro lingue e tanta umanità malata,
incapace perfino di pregarti, canti con noi le tue meraviglie

INTRODUZIONE
G – Celebriamo la XXIII Domenica del Tempo Ordinario. La Liturgia odierna ci fa incontrare Gesù che scioglie il nodo alla lingua di un sordomuto e apre le sue orecchie: egli è l’immagine autentica del Dio d’Israele che sostiene l’orfano e la vedova, sceglie i poveri per farli ricchi con la fede e interviene nella storia dell’uomo per ridare speranza a chi ha il cuore smarrito. L’incontro con il Signore apre alla comunicazione e l’uomo, chiuso e bloccato in sé stesso, scopre la possibilità di ascolto e di dialogo: l’accoglienza di Gesù dischiude, quindi, nuove e straordinarie possibilità di vita. Disponiamoci, pertanto, all’incontro con il Signore risorto per fare esperienza del suo Amore e dell’incontro con i fratelli. In questa celebrazione vogliamo pregare particolarmente per il nostro caro don Francesco. Sette anni fa proprio in questa data si consacrava totalmente al Signore divenendo suo sacerdote e ministro della Chiesa. Lo vogliamo accompagnare con affetto e preghiera perché non si stanchi mai di essere il segno di Dio tra di noi, per noi e per e per tutti. Un’altra preghiera particolare la facciamo perché dalla nostra Comunità possa nascere vocazioni alla vita consacrata. Come sempre ricordiamo l’educazione di spegnere i cellulari, la necessità di non fermarsi all’ingresso della chiesa (occupando tutti i posti disponibili) e la coerenza di partecipare alla preghiera senza distrarsi e distrarre parlando di altro.

PRESENTAZIONE DEI DONI
G – Il pane, il vino, il cesto della solidarietà e le offerte che raccogliamo nei cestini presentiamo al Signore le nostre sordità interiori, perché siano vinte per la potenza dello Spirito Santo e la nostra lingua si sciolga nella professione dell’unica fede che salva e libera.

RINGRAZIAMENTO ALLA COMUNIONE
G – Tu non guarisci da lontano, Gesù, a distanza di sicurezza, ma accetti un contatto fisico
con la malattia, con l’handicap, per portare alla guarigione. Tu non agisci in modo plateale, per far crescere la tua popolarità, per destare l’ammirazione della folla, ma prendi in disparte il sordomuto per sottrarlo all’ingerenza della gente. Tu prendi a cuore la sofferenza di chi non riesce a comunicare perché non può sentire e non riesce a parlare e decidi di aprirlo alla relazione con quanti gli stanno attorno. Mostra anche a me, Gesù, la stessa compassione che ti ha condotto a guarire il sordomuto e liberami da quanto ostacola, impedisce, riduce la mia capacità di ascoltare gli altri, di intendere i loro problemi, di interpretare le loro richieste. Strappami all’egoismo e alla durezza del cuore perché le parole che escono dalla mia bocca non siano deturpate dal veleno della gelosia o dell’invidia, ma siano limpide e benevole. Insegnami le parole sincere, quelle che portano con sé il sapore della fraternità, il profumo della misericordia. Ti ringraziamo Signore anche per il dono del sacerdozio e particolarmente per il dono della vita del nostro parroco aiutaci ad avere sempre fiducia in lui e aiutalo sempre ad esserci accanto in tutte le nostre realtà di vita. Amen!

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